la FUCECCHIO che non c'è più

 

<13> LA CHIESA DI S. LEOPOLDO

Nell’ottobre del 2011 ottenni il permesso di far visitare a Margherita le aule supplementari realizzate nel Palazzo Pretorio e destinate ad essere utilizzate dagli studenti del Liceo Scientifico di Piazza Vittorio Veneto. Prima di attraversare l’arco del portico del Pretorio, l’attenzione di Margherita fu attratta dalla saracinesca accanto al portoncino che immette nel carcere. La presenza di una saracinesca nel cuore del centro storico medioevale costituisce una vera anomalia.
- Mario, cosa c’è dietro questa saracinesca?
- Ci sono tre morti. Il più recente risale agli anni Cinquanta; l’altro cadavere, poi resuscitato, risale al 1799; il primo, invece, data 1780.
- Ma tu stai scherzando, vero?
- No, non sto scherzando. Il cadavere più recente è quello di una macelleria strana: la macelleria dei poveri.
- Non ti capisco, Mario. Puoi spiegarti meglio?
- Prova ad interpellare la saracinesca. Lei ti fornirà informazioni più precise.
Margherita mise subito in funzione il cellulare magico.
- Pronto, pronto, pronto, saracinesca!
- Buongiorno, Margherita. La tua acconciatura a baschetto nero ti dona più grazia. Che cosa desideri sapere?
- E’ vero che nello stanzone che sta dietro di te c’era una macelleria particolare?
- Sì, è vero. Appena la Pretura venne chiusa definitivamente, nel 1925, anche il carcere che si trovava sopra di me venne chiuso. Mario ti avrà detto che nello stanzone della macelleria c’era stata la chiesa di S. Leopoldo, cioè la chiesa dei carcerati dal 1782 al 1925. Essa venne sconsacrata quando la Pretura fu chiusa. A dire il vero la chiesa dei carcerati era stata demolita dai francesi di Napoleone nel 1799. Al termine della loro dominazione, nel 1814, la chiesa di S. Leopoldo venne ripristinata. Nel 1925, dopo la chiusura della Pretura la chiesetta venne sconsacrata, demolita e lo stanzone fu destinato a diventare una macelleria speciale.

Margherita vuole capire meglio

- Scusa, scusa, scusa, saracinesca. Dunque se ho ben capito la chiesa di S. Leopoldo è morta nel 1925 e cioè a 143 anni. Puoi dirmi, per piacere, che cosa c’era nello stanzone, prima che venisse ridotto a chiesa?
- Io non lo so. Chiedilo a S. Cristoforo. Lui dalla facciata del Palazzo Montanelli poteva veder bene che cosa c’era dentro lo stanzone prima che fosse trasformato in chiesa. Appena hai finito di parlare con S. Cristoforo mi richiami ed io ti spiegherò in che cosa consisteva questa macelleria speciale.
- Pronto, pronto, pronto, San Cristoforo.
- Ciao, Margherita, che cosa desideri sapere?
- Sai dirmi che cosa c’era nello stanzone, prima che esso fosse ridotto a chiesa del carcere?
- Cara Margherita, prima del 1782 non c’era nessuno stanzone: c’era il vuoto dell’ala del porticato del Palazzo Pretorio. Quest’ala del portico del Palazzo non si vede più perché l’arco venne tamponato con un muro. La saracinesca di fronte a cui ti trovi venne aperta nel muro della tamponatura. Se vuoi renderti conto dell’ala del porticato guarda nel tuo display.
Sul display apparve questa immagine


- Grazie, San Cristoforo. Ora ho capito. Com’era bello il Palazzo Pretorio con il porticato intero! Peccato che il terzo arco sia stato tamponato!
- Hai proprio ragione, Margherita!
- Ti ringrazio, San Cristoforo. Io ritorno a conversare con la saracinesca.
- Ciao, Margherita. Buona fortuna!
- Ciao, ciao, ciao!

La macelleria speciale

- Ciao, ciao, ciao, saracinesca! San Cristoforo mi ha fatto addirittura vedere sul display che cosa c’era prima del 1782 nello spazio occupato dalla chiesa di S. Leopoldo. Ora tu devi spiegarmi cos’era questa macelleria speciale per i poveri.
- Le macellerie normali mettono in vendita carne di bestie uccise nei macelli pubblici. Le bestie, dopo che sono state uccise e spellate, vengono esaminate dal veterinario e potranno essere vendute soltanto se lui vi apporrà un timbro. Oggi, se una bestia muore o per malattia o in seguito ad incidente, la sua carne non può essere messa in vendita; invece nel 1925 la carne di una bestia morta per malattia. Per vecchiaia o per incidente poteva essere messa in vendita se riceveva l’autorizzazione dal veterinario. La carne di una bestia morta costava meno della metà di quella di una bestia uccisa. Il prezzo della carne di una bestia morta era talmente basso che anche i più poveri potevano comprarne un po’. I benestanti , per timore di contrarre delle brutte malattie, non mettevano piede nella macelleria del Cioli che ne era l’esercente. I poveri si adattavano anche a comprare clandestinamente e a mangiare la carne dei polli o dei conigli morti perché costavano pochissimo. Gli animali da cortile morti venivano chiamati “santantoni”. Qualche volta i consumatori di “santantoni”, ne rimanevano intossicati e dovevano essere ricoverati in ospedale. Mario, da bambino, ne ha mangiati tanti. Quando suo padre o sua madre compravano per due soldi un “santantonio” si faceva festa nella sua famiglia. Ciao, Margherita bella. Non chiedermi altro.
- E invece una cosina sola te la voglio chiedere. Adesso che cosa c’è nello stanzone?
- Ci sono gli strumenti del laboratorio di fisica e di chimica della scuola di Avviamento che all’inizio del secolo ventesimo era gestita dall’Opera Pia Landini Marchiani. Contenta?
- Ciao, ciao,ciao. E grazie, grazie, grazie!

 


 

FUCECCHIO dai primi del '900
agli anni sessanta


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<5> Sotto l'asfalto di Corso Matteotti
<6> Qui c'era la chiesa di S. Giovanni
<7> Anche le mura di Fucecchio sono state sepolte
<8> La casa del 1100 sul Poggio Salamartano
<9> Il teatro dell'Accademia dei Fecondi
<10> Il Teatro Pacini
<11> Piazza V. Veneto: torre dell'orologio e il campanile
<12> La fine del secondo Palazzo Comunale
<13> La chiesa di S. Leopoldo
<14> La fontana monumentale
<15> La fornace D'Andrea
<16> I Seccatoi sono resuscitati
<17> La fornace della calce
<18> Altri due cimiteri
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