capitolo 13 - STORIA DELLA MISERICORDIA DI FUCECCHIO - di Mario Catastini a cura di Mario catastini e Giacomo Pierozzi

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CAPITOLO 13

LA STORIA DELLA MISERICORDIA DI FUCECCHIO


I MEZZI DI TRASPORTO DELLA MISERICORDIA
A completamento delle notizie sulle attività della nostra Misericordia, riteniamo utile accennare brevemente ai mezzi meccanici usati un tempo dalla confraternita di Misericordia e dalle associazioni similari per soccorrere gl’infortunati e trasportare gli ammalati.
I mezzi usati erano di tre tipi: barelle, da portarsi a spalle; lettighe su ruote, da trainarsi a braccia; lettighe a cavalli.
La lettiga su ruote, o carrino di volata, era costituita principalmente da un lettino, coperto da una tela, sorretta, dalla parte del capezzale, da alcuni archetti, e molleggiato su lunghe balestre. Al telaio portante, poggiato sull’asse di due alte ruote, era collegato il timone, munito all’estremità di due braccioli che servivano per il traino a braccia della lettiga ad opera di due uomini, mentre altri due uomini la spingevano dal dietro afferrando altri due braccioli disposti lateralmente alla lettiga. Quando si trattava di servizi urgenti, essi venivano effettuati di corsa, per cui occorrevano persone giovani e scattanti.
Il possesso di un carrino volante da parte della Misericordia di Fucecchio è provato da una delibera del Magistrato in data 25 maggio 1931, con cui si decideva di far compiere certe riparazioni a tale tipo di mezzo di trasporto.
Il carro a cavalli era formato essenzialmente come il carrino volante, ma più robusto e munito di due sedili sui lati, sui quali prendevano posto due accompagnatori.

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Il carro funebre di un tempo era trainato da una coppia di cavalli, recanti un drappo nero orlato di giallo sulla groppa e un pennacchio pure nero sulla testa. Di solito anche il guidatore indossava un abito nero e la tuba.
Il carro era preceduto dalla “bandinella” della Misericordia, un drappo nero ornato di giallo di forma rettangolare, alto circa due la Misericordia, tenuto steso da due coppie di asticciole in alto e in basso saldate ad un braccio verticale, che veniva impugnato dal portatore. Dietro seguivano il servo della Misericordia in livrea e file di portatori in cappa nera.

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I mezzi sommariamente descritti rimasero in uso all’incirca fino al 1919. Con deliberazione in data 29 settembre 1919, il magistrato della Misericordia decise di modernizzare il mezzo di trasporto degli ammalati, acquistando un’autoambulanza militare dall’Ufficio vendita del materiale residuato di guerra, ad un prezzo ridotto alla metà della stima, e cioè per lire seimila, per speciale concessione governativa. A tal fine venne contratto un mutuo di pari importo presso un Istituto di credito.
Nel successivo anno 1921, l’Arciconfraternita acquistò pure un’ autofunebre.
Al tempo dell’occupazione tedesca (1944), furono sottratti alla Misericordia tutti i mezzi a. motore di cui disponeva, vale a dire due autoambulanze e un’ autofunebre. Essa poté tornare a possedere una autoambulanza soltanto il 1° luglio 1956.
Per poter far fronte alle accresciute richieste di servizio per il trasporto degli ammalati, nel novembre 1979 la confraternita h provveduto ad acquistare una seconda autoambulanza. con le offerte dei soci, della popolazione, di alcune associazioni e di alcun Istituti bancari.
Il Gruppo donatori di sangue “Fratres”, aderente alla Misericordia dispone, a sua volta, di un’apposita autovettura per le proprie esigenze organizzative e funzionali.
 
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