Se Indro Montanelli si era dimenticato di
Fucecchio, non è che i fucecchiesi si ricordassero di lui.
Ma
l'amore è l'amore, e il ritorno di fiamma è stato impetuoso.
Comunque l'onor della conquista è di Indro, che ha voluto la Fondazione nel suo paese
natìo, mentre ilComune non aveva saputo o voluto far altrettanto allorché anche Milano aveva dedicato una mostra a
"coloro che hanno fatto grande" la città della Madonnina.
Gli era stato dedicato un libro, da Piero
Malvolti, ma si sofferma anche sulla stampa locale, quando gli è stato mostrato
IL PAESE, che non ha più abbandonato.
Non sappiamo come ha accolto la disputa sulla sua parentela, o meno, con Giuseppe
Montanelli; ma non deve essergli interessata più di tanto, a parte la
curiosità. Semmai è istruttivo constatare come un uomo a tutto mondo, come lui, con l'età ricerchi le proprie
radici: sul Poggio dove è nato, a Le Vedute dove è cresciuto, in un paese in cui tutto sommato è
sempre stato poco.
Una gran festa, con la Contrada Sant'Andrea in primo piano -come è giusto- dopo il gran
lavorare. Mentre è mancata la opportuna valorizzazione del Palio, con il presidente
Cardini in disparte, non si sa se per modestia o altro.
Questa è certamente un'occasione perduta.
Ma forse la Fondazione ha voluto mantenere le distanze, in qualche maniera, dalla Contrada e
dal Palio: il carattere di Indro si sa bene qual'è.
E nella circostanza era accompagnato dalla moglie Colette Rosselli.
Anche il sindaco è rimasto piacevolmente sorpreso che sia filato tutto liscio. Diciamo che a
Fucecchio -tutti- non si è mai contenti di niente, ma per una volta tanto ha vinto l'eccezione che
conferma la regola.