Il 22 aprile nasce a Fucecchio da Maddalena Doddoli e
Sestilio Montanelli, nel palazzo di proprietà della
famiglia della madre. Passa l’infanzia nel paese
natale e spesso è ospite alle “Vedute”, presso la
villa di Emilio Bassi, sindaco di Fucecchio per quasi
un ventennio nei primi anni del Novecento. A Emilio
Bassi, che spesso considerò come un “nonno” adottivo,
resterà legato tanto da volere che a lui fosse
cointitolata la Fondazione costituita nel 1987. Il
padre, preside di Liceo, è trasferito prima a Lucca,
poi a Nuoro, dove il giovane Indro lo segue. Seguendo
ancora gli spostamenti del padre, frequenta il liceo a
Rieti. Si iscrive quindi alla facoltà di
giurisprudenza a Firenze, ma trascorre periodi in
Francia, a Grenoble e a Parigi, dove inizia
l’apprendistato giornalistico collaborando a “Paris
soir”. Oltre che in Giurisprudenza ottiene anche la
laurea in Scienze Politiche.
Nei primi anni Trenta aderisce alle ideologie
anticapitalistiche e antiborghesi; entra in contatto
con Berto Ricci e collabora con “L’Universale”. In
questo periodo conosce Leo Longanesi che riconoscerà
sempre come suo maestro di giornalismo.
Nel 1935, nelle edizioni del Selvaggio, esce il
suo primo libro “Commiato dal tempo di pace”. Passa in
Canada come corrispondente di Paris Soir e per
integrare i guadagni tiene conferenze per le comunità
italiane locali e fa anche il contabile in una
fattoria finché viene assunto dall’Agenzia di New York
dell’United Press.
1935-1936
Partecipa come volontario alla guerra di Etiopia, da
dove invia le sue corrispondenze di guerra che saranno
raccolte nel volume “Ventesimo battaglione eritreo”
(“Sono nato come giornalista nella guerra
d’Abissinia”). Sul campo di battaglia si guadagna due
decorazioni.
1937
E’ in Spagna durante la guerra civile, come
corrispondente del “Messaggero” di Roma. Il suo
servizio sulla battaglia di Santander (“E’ stata una
passeggiata militare con un solo nemico: il caldo”) è
considerato offensivo per l’onore delle forze armate.
Viene rimpatriato per ordine personale di Mussolini e
sospeso dal Partito Fascista a cui non aderirà più.
Nell’impossibilità di svolgere la professione di
giornalista, ottiene il posto di direttore
dell’Istituto di Cultura di Tallinn e di lettore di
letteratura italiana presso l’Università di Dorpat in
Estonia, dove resta per circa un anno.
1938
Rientra in Italia dove Aldo Borelli, direttore del
“Corriere della Sera”, gli offre un contratto di
collaborazione per articoli di viaggi e di
letteratura, evitando però temi politici. Viene quindi
inviato in Albania per un servizio su quel paese alla
vigilia della conquista italiana. Dalle corrispondenze
inviate al Corriere nasce il libro “Albania una e
mille” (1939).
1939
Nel mese di luglio viene inviato dal Corriere in
Germania per seguire un gruppo di giovani fascisti che
in bicicletta dovevano fare un giro di propaganda. Qui
rimane fino allo scoppio della guerra, per spostarsi
poi sul fronte dove assiste alla resa della Polonia.
Ancora una volta è Mussolini in persona a deplorare
gli articoli di Montanelli, che viene quindi costretto
a ritirarsi di nuovo in Estonia. Qui viene sorpreso
dall’invasione da parte dell’Unione Sovietica e si
trasferisce quindi in Finlandia, a Helsinki. Ma anche
qui giunge ben presto l’attacco da parte dei Sovietici
che viene raccontato in diretta da Montanelli. Ormai,
scrisse in “Qui non riposano”, “Tutti cominciarono ad
attribuirmi il potere taumaturgico di presentire le
catastrofi e di sapermici trovare a tempo nel mezzo”.
1940
Segue la guerra russo-finlandese fino al mese di
marzo, quando i Sovietici si ritirano. In aprile si
trasferisce a Oslo, ancora una volta mentre sta
arrivando l’esercito tedesco. Anche qui le sue
corrispondenze lo rendono sgradito sia ai Tedeschi che
agli Inglesi di cui critica l’impreparazione.
Costretto ad allontanarsi, alterna poi soggiorni in
Svezia e in Norvegia.
Tornato a Roma, assiste alla dichiarazione di guerra
da parte dell’Italia ed è inviato sul fronte francese;
quindi si sposta attraverso Belgrado, Sofia, Bucarest
e Budapest. Il 26 ottobre è richiamato a Roma, da dove
viene inviato in Grecia a seguire la disastrosa
campagna militare italiana. Si porta quindi in
Iugoslavia dove assiste all’indipendenza del
Montenegro. Finiscono qui le sue corrispondenze di
guerra, anche se continua la sua collaborazione al
“Corriere della Sera”: “E così finì la mia carriera di
corrispondente di guerra. Ne avevo abbastanza.
Rientrando, chiesi al giornale di mettermi da parte”.
1942
Il 24 novembre sposa a Milano Maggie De Colins De
Tarsienne.
1943
E’ ricercato perché accusato di aver scritto un
articolo sugli amori del Duce, ma riesce a sfuggire
all’arresto dei Fascisti.
1944
Il 5 febbraio viene catturato dai Tedeschi in Val d’Ossola
dove cercava di raggiungere i partigiani del Partito
d’Azione. E’ processato, percosso e condannato a morte
il 20 febbraio. Anche la moglie Maggie è arrestata e
accusata di tradimento, in quanto austriaca, per non
aver denunciato il marito. Rimane in carcere per tre
mesi a Gallarate e poi a San Vittore, ma la sentenza
non viene eseguita grazie all’interessamento del
cardinale Schuster la cui mediazione era stata
richiesta dal Vaticano su sollecitazione della madre
di Indro, infaticabile nel tentare tutte le strade per
salvare il figlio. Riuscito a fuggire di prigione,
ripara in Svizzera dove rimane fino alle fine della
guerra.
1945
Riprende il suo posto al “Corriere della Sera”, a cui
collabora con numerosi servizi specialmente sulla
terza pagina. Nel dopoguerra escono i suoi libri di
carattere satirico e di costume. Inizia poi nel 1957,
con la Storia di Roma, la serie di volumi dedicati
alla divulgazione storica, che ottengono un grande
successo di pubblico, coprendo in oltre quarant’anni
di attività tutta la storia d’Italia fino ai giorni
nostri. Collabora anche a diversi periodici, tra cui
“Il Borghese”, spesso utilizzando pseudonimi.
1956
E’ in Ungheria dove, ancora una volta, racconta in
diretta un grande evento: la rivoluzione di Budapest e
l’arrivo dei carri armati sovietici.
1973, novembre.
Inizia la collaborazione con “Oggi”, prima con la
rubrica “La Stanza”, poi con “I Dialoghi” e “Le
domande di Oggi – Indro Montanelli risponde al
direttore”.
1974
Lascia il Corriere della Sera per incompatibilità con
la linea politica seguita dal direttore Piero Ottone.
Fonda il “Giornale nuovo” (il primo numero esce il 25
giugno), a cui collaborano firme prestigiose quali
Enzo Bettiza, Egisto Corradi, Mario Cervi, Guido
Piovene, Cesare Zappulli, tra gli italiani, e Raymond
Aron, Eugène Ionesco, Jean François Revel, e François
Fejto tra gli stranieri.
1974, 6 settembre
Sposa Colette Rosselli.
1977, 2 giugno.
Subisce a Milano un attentato da parte delle Brigate
rosse. Gli attentatori otterranno in seguito il
perdono di Montanelli.
1987
Viene costituita a Fucecchio la Fondazione Montanelli
Bassi.
1994, 11 gennaio.
Dopo mesi di contrasto con l’editore Berlusconi, che
nel frattempo ha annunziato l’intenzione di scendere
in politica, Montanelli insieme ad altri redattori
lascia il Giornale e fonda “La Voce”, il cui primo
numero esce il 22 marzo.
1995, 12 aprile.
“La Voce”, a corto di capitali e di pubblicità, è
costretta a chiudere. Montanelli torna al “Corriere
della Sera”, per il quale firma editoriali e tiene
giornalmente una “Stanza” rispondendo alle domande dei
lettori. Continuano intanto a uscire i volumi sulla
“Storia d’Italia”, curati insieme a Mario Cervi.
2001, 22 luglio.
Muore a Milano. L’urna con le sue ceneri è deposta
accanto alla tomba della madre nella cappella di
famiglia a Fucecchio. Il suo studio romano e quello
milanese sono trasferiti presso la Fondazione
Montanelli Bassi dove sono visitabili insieme ad altre
testimonianze.