capitolo27-3 - STORIA di FUCECCHIO FATTI, PERSONAGGI ED EVENTI - di Mario Catastini a cura di Giacomo Pierozzi

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CAPITOLI
XXVII  (parte 3-3)

FUCECCHIO COMUNE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
DAL 1946 AL 2000


1975 - Emittente televisiva RTMV (Radio Tele Medio Valdarno)

Inizia in sordina l’avventura dell’emittente radio-televisiva, trasmettendo sulla banda VHF, solo la domenica sera, la partita del Fucecchio Calcio.
Il segnale veniva irradiato localmente (dalla parte alta di Fucecchio) con una portata di circa 4 km.
Nel 1975, un gruppo di privati fondò una vera emittente televisiva che fu chiamata R.T.M.V. (Radio Televisione del Medio Valdarno) perché serviva una discreta porzione del Valdarno, da Empoli a Pontedera. Le trasmissioni venivano irradiate sul canale 39.
I promotori dell’iniziativa furono: Lido Orsini (fotografo), Giacomo Pierozzi (conduttore di “Musica con dedica” e cameraman), Franco Bachi (conduttore di “Musica con dedica” e cameraman), Egidio Granai (cameraman e regista), Manrico Sorrenti (cameraman), Franco Moscatelli (cameraman). In un secondo tempo, altri collaborarono con l’emittente radio-televisiva tra cui: Giampiero Billeri e Franco Polidori (sport), Benito Bartolucci (aiuto regista).

Ad alcune trasmissioni parteciparono anche Ambrogio Fogar, Don Backy e Roberto Vecchioni.

La prima sede si trovava in via Roma, sopra il bar di Argene, quello che fa angolo con via Cairoli.
Nel 1976 la sede venne trasferita in via Cecconi.
Fu ampliata la portata del segnale (due punti di irradiazione del segnale televisivo) coinvolgendo così altri comuni limitrofi (Castelfiorentino, Vinci, Lamporecchio).
Le trasmissioni televisive iniziavano alle ore 19 e terminavano alle ore 24; quelle radiofoniche stava in funzione 24 ore su 24.
I programmi: notiziari locali, dibattiti, musica, film, sport e pubblicità.

Inizi anni ‘80 R.T.M.V. chiuse le trasmissioni.

1976 - La cooperativa di consumo diventa supermercato COOP

La cooperativa fucecchiese , quella nata nel 1915, si consorzio nel 1967 col polo empolese. Nel 1972 e nel 1973 la Unicoop di Empoli si fuse con Toscocoop che diedero vita alla Unicoop di Firenze.
Grazie alla Unicoop di Firenze venne inaugurato il 15 settembre 1976 il primo supermercato a Fucecchio in Piazza XX Settembre.
I locali di questo supermercato si trovavano in Piazza XX Settembre.
La presenza del supermercato decretò la fine di molti negozietti di frutta e verdura e di generi alimentari. Cominciò anche il declino delle macellerie i cui incassi divennero irrisori. Il paese alto morì. Vi rimase in vita soltanto un bar.
Negli anni ‘90 il supermercato è stato trasferito in via Fucecchiello.

1976 - Organo della chiesa di S. Maria delle Vedute

Il 10 aprile 1976 venne inaugurato con un concerto eseguito da don Luigi Sessa, organista del Duomo di Firenze, il nuovo organo della chiesa di S. Maria delle Vedute. Esso dispone di 2.300 voci e di 3 tastiere.
Il nuovo organo utilizza anche le canne di quello vecchio posto nella cantoria sopra la bussola della porta principale. La ditta Chichi Rosario e figli (Andrea e Rossano), prima di installare il nuovo organo, hanno provveduto al restauro di quello preesistente. Poiché il numero di canne della cantoria era insufficiente, ne sono state aggiunte moltissime: sono state collocate nel coro. La consolle si trova sul lato sinistro della crociata.

1976 - Mercato spostato in Piazza XX Settembre

Subito dopo la fine della seconda guerra mondiale si riaffacciò il problema dello spostamento del mercato nella parte bassa del paese.
Anche nella Piazza dell’ospedale si svolgeva a partire dal 1892 (l’anno della sua nascita) il mercato degli animali da cortile e ne fu rilevata l’anti-igienicità.
Fu sottolineata anche la difficoltà dei mercanti a raggiungere il paese alto che non offriva aree di parcheggio. Ma gli insuesi non volevano arrendersi. Si riempirono di bancarelle anche le adiacenze del paese alto: Borgo Valori, via Donateschi, piazza del Comune, via Arturo Checchi, piazza Montanelli. Gli insuesi non si rassegnavano a veder vuote, di mercoledì, le loro piazze e piazzette e le loro vie.
Negli anni ‘70 anche gli insuesi si erano motorizzati per raggiungere le fabbriche. Il mercoledì non era agevole nemmeno per loro farsi posto tra le bancarelle e gli acquirenti.
Capirono finalmente che la presenza del mercato nel paese alto era diventata improponibile.
Quando il 29 maggio 1976 il sindaco Mario Corona, con un manifesto, rese noto che il mercato settimanale sarebbe stato spostato in toto in Piazza XX Settembre nessuno protestò.
Alcuni insuesi, gli “smotorizzati”, mugugnarono, ma si rassegnarono..silenziosamente.

1977 - Folgore basket

Il Gruppo Sportivo Basket di Fucecchio è nato il 3 dicembre 1977, presidente il commercialista Petrolini.
Il Gruppo cominciò la sua avventura agonistica nel campionato allievi.
Fra i risultati più prestigiosi spicca il titolo di campioni regionali, categoria Cadetti, conquistato nell’annata 1984-1985 al termine di un campionato trionfale (16 vittorie e una sola sconfitta) disputato nella Palestra Comunale annessa al fabbricato della Scuola Media Giuseppe Montanelli in via Leonardo da Vinci.

1978 - Teatro Excelsior

Il 22 luglio 1978 venne inaugurato il Teatro Excelsior, posto in Via Cesare Battisti.
Progettista e direttore dei lavori fu l’ingener Romano Bagnoli di Fucecchio.
Proprietario e gestore del Teatro Excelsior fu Spartaco Morelli, figlio di Guido Morelli , proprietario del Teatro Pacini.
I lavori di costruzione del Teatro Excelsior erano cominciati nel 1975.
1978 - Fiera: trasferimento

Nel 1978 il Consiglio Comunale deliberò per ragioni inoppugnabili il trasferimento della FIERA annuale in altre aree del capoluogo.
- il LUNA PARK venne trasferito da Piazza XX Settembre in Piazza Aldo Moro;
- la Fiera del bestiame venne trasferita da Piazza La Vergine e Largo Trieste in Piazza Le Buche, in corrispondenza di Piazza Aldo Moro;
- la FIERA (il complesso delle bancarelle) che si svolgeva in Piazza Montanelli, Corso Matteotti, Piazza del Comune e via Arturo Checchi si svolge attualmente in Piazza Montanelli, in via Nazario Sauro, in via Roma e in viale Gramsci.

1979 - Intercomunale associazione N.17

Nel 1979, con la Legge n. 37 del 19 agosto, il territorio della Regione Toscana fu suddiviso in 33 aree funzionali in ognuna delle quali veniva attuata un’associazione tra comuni come luogo di coordinamento e di programmazione, ma anche come ente a cui attribuire l’esercizio di funzioni specifiche.
Queste associazioni andarono configurandosi come un quarto livello istituzionale sia sul piano dell’organizzazione sia su quello della conduzione dell’ente e quindi dei rapporti con gli altri enti locali e con le rappresentanze delle realtà territorialmente ad esse interessate.
Il nostro ex Comprensorio diventò così Associazione Intercomunale N.17 Valdarno Inferiore.
A tale organismo vennero delegate funzioni e competenze in varie materie: inquinamento, agricoltura e urbanistica
Purtroppo queste Intercomunali si configurarono ed operarono come sovrastrutture amministrative. Ne risultò un appesantimento della conduzione di tutti i servizi.
A tale scopo vennero sciolte definitivamente il 2 dicembre 1991.

1981 - Palio delle Contrade

Il gruppo di donatori di sangue Fratres organizzava tutti gli anni delle feste per la propria associazione al fine di propagandare la donazione del sangue.
Nel 1980, su proposta di Francesco Ghimenti, i Fratres organizzarono una corsa di pony che si svolse lungo la via Giosuè Carducci.
Nel 1981 i Fratres diedero vita al Palio delle Contrade.
Si optò per la corsa con i cavalli a sella, fu diviso il Comune in Contrade e venne istituito il Corteo Storico.
Il presidente dei Fratres, Tommaso Cardini, e l’avvocato Adriano Lotti, esperto di araldica e cultore delle memorie storiche, tracciarono i confini territoriali delle 12 Contrade, studiarono i colori per ognuna di esse e ne disegnarono gli stemmi.
Il Corteo Storico, dopo un inizio quasi carnevalesco, nella metà degli anni ‘80 fu reso più omogeneo per effetto di un regolamento nel quale veniva fissato il periodo storico al quale fare riferimento per i costumi da usare nella sfilata.
Furono eliminate le selle e prese il via il Palio corso a pelo, del tutto simile a quello di Siena.
Dal 1994 l’organizzazione e la gestione del Palio è stata affidata ad un Comitato presieduto, nominalmente, dal sindaco del comune di Fucecchio, e del quale fanno parte i Fratres e i rappresentanti delle contrade.
Queste, in ordine alfabetico, le Contrade:
01 - Borgonovo 07 - Porta Raimonda
02 - Botteghe 08 - Querciola
03 - Cappiano 09 - Samo
04 - Ferruzza 10 - Sant’Andrea
05 - Massarella 11 - San Pierino
06 - Porta Bernarda 12 - Torre

1983 - Ultima festa di S. Pietro Igneo (8 febbraio 1983)

La chiesa in cui l’8 febbraio di ogni anno si solennizzava la festa di S. Pietro Igneo era quella di S. Salvatore.
Questa chiesa, annessa all’omonimo Monastero, era stata officiata prima dai monaci benedettini e poi da quelli vallombrosani fino al 1294.
Anche il futuro S. Pietro Igneo, in veste di abate del Monastero dal 1068 al 1072, vi aveva officiato.
Questo monaco vallombrosano, discepolo di Gualberto, era venuto a Fucecchio dopo aver superato la prova del fuoco - per questo viene chiamato Igneo - a Settimo, in prossimità di Firenze.
Chiamato da papa Gregorio VII a ricoprire alte cariche in seno alla Chiesa, il futuro Santo era morto nel 1087.
Quando nel 1783 i padri conventuali che avevano officiato la chiesa di S. Salvatore fin dal lontano 1299, furono mandati via per effetto di una delle numerose soppressioni decretate da Leopoldo I granduca di Toscana, la festa di S. Pietro Igneo venne celebrata dal Capitolo della Collegiata che la solennizzava con l’Uffiziatura corale, con la Messa cantata e con il suono delle campane maggiori.
A partire dal 1867, l’anno in cui fu resa esecutiva la soppressione di tutti i Capitoli decretata dal Governo Italiano, la festa di S. Pietro Igneo non fu più solennizzata.
Fortunatamente l’ospedale locale, inaugurato ufficialmente nel 1857, era stato intitolato a S. Pietro Igneo. Fino al 1983, l’anno in cui le suore del Cottolengo hanno abbandonato il nostro nosocomio, la festa del santo veniva celebrata all’interno di questo. L’8 febbraio veniva celebrata la S. Messa nella cappella dell’ospedale e ai ricoverati veniva distribuito il vitto festivo ed anche il dolce.

1985 - Poggio Salamartano ammattonato

Sabato 8 giugno 1985, alle ore 10,45, si svolse la cerimonia di inaugurazione della pavimentazione in laterizio del Poggio Salamartano che è diventato il “salotto bono” di Fucecchio. Le autorità furono sistemate sotto il loggiato della chiesa di S. Salvatore sferzato da raffiche impetuose di vento. Gli oratori ufficiali furono:
- il sindaco Ferdinando Biondi;
- il Presidente della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia che finanziò quasi in toto i lavori di pavimentazione;
- il Presidente della Sezione locale di Italia Nostra, l’avvocato Piero Malvolti, il promotore instancabile di questa operazione urbanistica che ha trasformato l’area del Poggio Salamartano sterrata e sconnessa in un autentico salotto.
Il progetto di sistemazione del Poggio Salamartano venne elaborato dall’Ufficio Tecnico Comunale. Esso prevedeva:
- la PAVIMENTAZIONE in cotto di laterizio (sestino dell’Impruneta) a coltello e a lisca di pesce dell’area centrale del Poggio Salamartano, quella sterrata;
- la sistemazione delle pavimentazioni perimetrali in PIETRA;
- la sostituzione delle cinque piante di pino con altrettanti lecci;
- l’inserimento di più idonei elementi di arredo (panchine in legno massello).
Questa la CRONISTORIA dei lavori:
1- I lavori di scavo e di predisposizione all’ammattonatura del Poggio Salamartano iniziarono venerdì 15 giugno 1984 e furono terminati il 2 agosto.
Nel corso di questi lavori furono rinvenuti dei loculi in muratura adibiti ad ossari, una montagna di ossa umane, un mensolone in pietra per altare e i resti di una casa medioevale del 1200 ,in terra battuta, che era stata abbandonata a seguito di un incendio. Nell’area della casa furono rinvenuti una macina da cereali per uso familiare e vasellame domestico.
2- Sul fondo dello scavo fu realizzata una massicciata in pietrisco sormontata da una rete di tondini di ferro ricoperta da una gettata di cemento.
3- Il 6 settembre 1984, al posto dei pini, vennero piantati cinque lecci di quaranta anni che, però, furono “bruciati” dal freddo polare dell’inverno 1985.
4- Il 12 settembre 1984 l’impresario locale Bruno Placidi, coadiuvato da tre operai, iniziò i lavori di pavimentazione in laterizio. I quattro operai fucecchiesi, inesperti, furono surrogati da tre pavimentatori di Capanne che terminarono la pavimentazione il 26 novembre 1984.
5- La lastricatura del tratto di strada che da piazza Garibaldi porta sulla piazza ammattonata venne iniziata, dalla impresa edile Placidi Bruno, nell’aprile del 1985 e portata a termine il 14 maggio 1985.
6- Il 23 maggio 1985 vennero sostituiti i 5 lecci “bruciati”.

1986 - Il deflusso delle acque del Padule dal 1780 ad oggi

L’intervento dell’uomo sul deflusso delle acque palustri ha scritto purtroppo moltissime pagine di storia dolorosa a carico soprattutto delle comunità della Valdinievole. Gli sbarramenti prima e l’innalzamento poi della pescaia di Cappiano voluto dal Duca Cosimo I nel 1549 per la riduzione del Padule a Lago di Fucecchio rappresentarono per le popolazioni rivierasche una vera e propria maledizione. Le acque palustri, condannate a non defluire, provocarono ripetute morie di persone, di animali e piante.
Leopoldo I, nel 1780, fece demolire la pescaia di Ponte a Cappiano e prescrisse il taglio periodico delle erbe palustri.
Le acque del Padule poterono finalmente, dopo due secoli, defluire nell’Arno tramite l’Usciana. La sola demolizione della pescaia non era di per sé sufficiente sia a garantire il deflusso delle acque palustri sia ad impedire il reflusso delle acque dell’Arno, in fase di piena, nel Padule. Inoltre come sarebbe stato possibile scaricare le acque del Padule nell’Arno quand’esso era in piena?
Nel corso di questo secolo sono stati risolti i tre problemi fondamentali.
1- Per assicurare il libero deflusso sono state eseguite queste opere:
a) sono stati scavati nel bacino palustre due canali capaci di raccogliere tutte le acque palustri. Sono i canali collettori del Capannone e del Terzo ;
b) all’altezza del Ponte di Cavallaia le acque dei due collettori sono state convogliate prima nel Canale Maestro e poi, in sostituzione di questo, nel Canale Nuovo che come il Maestro porta le acque a Ponte a Cappiano e da qui all’Usciana.
c) è stato allargato il letto dell’Usciana che scaricava le acque palustri nell’Arno.
Con queste tre opere idrauliche era facile smaltire le acque del Padule, ma non sempre era possibile immetterle nell’Arno.

2- Soltanto pochi anni fa, e precisamente nel 1986, le acque del Padule possono saltare addirittura l’Arno ed andare a sfociare direttamente nel mare Tirreno all’altezza di Calambrone, località compresa tra Livorno e Marina di Pisa.
Il Genio Civile ha reso possibile questo prodigio con la escavazione di una BOTTE sotto il letto dell’Arno collegata con lo Scolmatore, il canale che parte da Pontedera e finisce a Calambrone. Attualmente le acque del Padule, per mezzo dell’Usciana e di un canale aggiuntivo lungo m 3940, vengono convogliate nella BOTTE e da qui nello SCOLMATORE che le porta direttamente nel Mare Tirreno.

3- Per evitare il reflusso delle acque dell’Arno in piena venne costruita una paratoia a Ponte a Cappiano nel 1824: si rivelò insufficiente. All’inizio del secolo ne venne costruita un’altra a Montecalvoli : crollò nel 1907. Le paratoie vennero collocate a Bocca d’Usciana e vengono azionate elettricamente. Nel 1966 dovemmo abbassarle per impedire che venisse allagata la città di Pisa e rimanemmo allagati noi di Fucecchio.

La messa in funzione dello SCOLMATORE, lungo Km 32,2, capace di smaltire anche 900 mc al secondo d’acqua proveniente dall’Arno, avendo una portata di 1400 mc al secondo, dovrebbe scongiurare per sempre il pericolo di alluvioni.

1986 - Millenario della chiesa di S. Salvatore (986-1986)

Programma celebrativo
Nell’autunno del 1985 venne istituito un Comitato per la celebrazione del Millenario della chiesa di S. Salvatore.
Il Comitato presieduto dal M° Tommaso Cardini elaborò un programma celebrativo del Millenario incentrato sulle seguenti iniziative:
- un corteo storico rievocativo
- Messa del Millenario e Messa televisiva
- visite guidate del Monastero di S. Salvatore
- inaugurazione della Cappella di S. Chiara
- Mostra fotografica e archeologica
- conferenze
- pubblicazioni:
La chiesa di S. Salvatore
Guida alla Mostra
Millenario (giornaletto inseribile nei bollettini parrocchiali)

1986 - Millenario chiesa S. Salvatore

Cronaca del Corteo storico rievocativo
Il Corteo storico celebrativo si svolse il 12 aprile 1986.
Il 12 aprile 1986 cadde di sabato.
Verso le ore 16,20 cominciò a piovere.
I figuranti delle 12 Contrade radunati in Piazza Aldo Moro manifestarono la loro preoccupazione e anche il desiderio di annullare la manifestazione per non sporcare e deteriorare i capi di abbigliamento che avevano noleggiato.
Il presidente del Comitato organizzatore, Tommaso Cardini, ordinò che si doveva procedere come stabilito dalla scaletta.

Alle ore 16,30 la signorina Mery Menichetti , la conduttrice di tutta la cerimonia, ha impartito l’ordine di accendere il tripode innalzato in Piazza Aldo Moro per simboleggiare l’erezione della chiesa di S. Salvatore avvenuta nell’anno 986 in un’area non distante da quella occupata dal tripode.
Il tripode è stato acceso da dodici tedofori, muniti di torce , in rappresentanza delle 12 Contrade del Palio mentre il banditore Giovanni Pellegrini leggeva un atto di donazione alla chiesa di S. Salvatore accompagnato da una maledizione da parte del conte cadolingio Lottario.
Subito dopo l’accensione del tripode ha preso l’avvio il corteo storico dei figuranti preceduti dai tamburi, dalle chiarine e dagli sbandieratori messi a disposizione dalla Contrada S. Andrea.
La pioggia ha accompagnato il corteo per tutto il percorso:
Piazza Aldo Moro, Viale Gramsci, Via Roma, Via Nazario Sauro, Corso Matteotti, Via Lamarmora, Borgo Valori, Piazza Vittorio Veneto e scalinata grandiosa della Collegiata.
Sulla scalinata si sono disposti i figuranti delle 12 Contrade, una dozzina per contrada. Subito dopo, Mery Menichetti ha ordinato ai tedofori che si trovavano sotto la Loggia del Pretorio, di portarsi ad accendere l’altro tripode sistemato sul ripiano che divide le due rampe della scalinata grandiosa.
Questa accensione voleva simbolizzare la ricostruzione della chiesa di S. Salvatore avvenuta nel primo decennio del 1100 sul Poggio Salamartano.
Dopo l’accensione del tripode il banditore Giovanni Pellegrini ha letto su fonte documentaria l’atto di donazione di una parte del Poggio Salamartano da parte del conte Ugo, l’ultimo della dinastia dei cadolingi.
A conclusione di questa lettura i vessilliferi del Comune, le autorità civili e militari e le personalità invitate alla cerimonia hanno lasciato Piazza Vittorio Veneto e ,sfilando fra le due file di figuranti del corteo storico, si sono portati nella chiesa di S. Salvatore.
In chiesa si sono svolte queste manifestazioni:
- cerimonia di intronizzazione del crocifisso miracoloso del 1400 sull’altar maggiore
- lettura della Bolla del NULLIUS DIOCESIS da parte del banditore
- indirizzi di circostanza del vescovo mons. Paolo Ghizzoni e del sindaco Antonio Marrucci
- conferenza del professor Maurilio Adriani sul tema del MONACHESIMO
A conclusione della serata celebrativa, visto che la pioggia era cessata, si sono esibiti sul Poggio Salamartano gli arcieri e i danzatori di S. Pierino.

1986 - Millenario della chiesa di S. Salvatore

Cronaca della S. Messa del Millenario

Domenica 13 aprile 1986, alle ore 10,30 è stata concelebrata nella chiesa di S. Salvatore la Messa del Millenario.
Questi i concelebranti:
- monsignor Paolo Ghizzoni, vescovo di S. Miniato;
- padre Lorenzo Russo, abate generale della Congregazione dei Vallombrosani;
- padre Candido Lorenzoni in rappresentanza del Generale dei Francescani Conventuali che officiarono questa chiesa dal 1299 al 1783;
- don Idilio Lazzeri, arciprete della Collegiata;
- don Carlo Favilli, priore della chiesa di S. Maria delle Vedute;
- don Mario Santucci, cappellano della Collegiata.
La concelebrazione, in gregoriano, si è avvalsa della partecipazione della locale Corale S. Cecilia diretta dal M° Indro Beconcini.
Durante la concelebrazione, il vescovo di S. Miniato è stato colto ripetutamente da improvvisi malori. Se non fosse stato sostenuto dai concelebranti si sarebbe accasciato ai piedi dell’altare. Gli hanno prestato i primi soccorsi due medici presenti alla S. Messa: il prof. Giuseppe Lucci e il dott. Massimo Cecconi.
I fedeli hanno trepidato e molti hanno pianto. Quando il vescovo ha ripreso a concelebrare e dopo che ha impartito la benedizione, i presenti lo hanno applaudito a lungo.
Al termine della Messa, alle ore 12, mentre piovigginava, l’Abate Generale dei vallombrosani si è portato all’imbocco di via Mario Sbrilli dove ha benedetto l’immagine della Madonna ridipinta dal concittadino Gaetano Cenci. Il Cenci, ospite delle clarisse da quasi un anno nella Foresteria del Monastero, ha dipinto una mezza dozzina di tele dedicate a Santa Chiara. Queste tele sono state sistemate nella Cappella intitolata alla santa sulla sinistra dell’altar maggiore.

1986 - Millenario della chiesa di S. Salvatore

Cronaca del pranzo del Millenario dentro al Monastero

Alle ore 12,45 di domenica 13 aprile 1986, mezz’ora dopo il termine della Messa del Millenario della chiesa di S. Salvatore, i 41 membri del Comitato per la celebrazione di questo evento straordinario hanno potuto varcare la soglia della porta di clausura che immette all’interno del Monastero dove dal 1785 alloggiano le ex clarisse del Monastero di S. Andrea.
I 41 membri del Comitato e i concelebranti sono stati accompagnati nel seicentesco refettorio del Monastero per consumare il pranzo organizzato in loro onore dalle clarisse.
Il refettorio (1679) lungo 20 metri e largo 10 presenta sulla parete di fondo un grandioso affresco dell’Ultima Cena in perfetto stato di conservazione.
Addossato alla parete destra c’è un pulpito dall’alto del quale, le monache, a turno, leggono testi religiosi durante la consumazione del pranzo e della cena.
Non sono mancati, in questo pranzo, gli aperitivi costituiti da bevande alcooliche e non e da salatini sistemati su di un tavolo prospiciente il lavabo in pietra del refettorio.
Queste le portate:
- Antipasti: prosciutto, salame, sott’oli e sottaceti
- Primi: pastasciutta al sugo, pasta al burro, minestrina
- Secondi: rosbiff con piselli, arrosto misto con patate e insalata
- Dolci: croccanti e torta- gelato preparati dalla suore.

Il servizio di camerieri è stato svolto da Amedeo Boldrini e da sua moglie, da Berta Berti nei Donati, da suor Carla (una insegnante di scuola materna) e da Adolfina, la custode della foresteria.
Al termine del pranzo i membri del Comitato hanno potuto visitare il Monastero: la sala capitolare, le celle, il coro delle monache, il coro della chiesa, la cucina e il chiostro.

1986 – Millenario della chiesa di S. Salvatore

MOSTRA del Millenario

Nel quadro delle celebrazioni del Millenario della chiesa di S. Salvatore sono state organizzate all’interno della chiesa di S. Salvatore due mostre:
- I mille anni dell’abbazia di S. Salvatore (foto e documenti);
- La casa medioevale del Poggio Salamartano (reperti archeologici)

Le due mostre sono state allestite dall’architetto Ugo Caciolli.
Le foto della mostra sono state scattate e sviluppate dal dott. Marco Matteoli.
Il coordinatore e l’estensore dei testi storici è stato il prof. Alberto Malvolti, storico medioevalista.
La documentazione archeologica è stata allestita dal dott. Andrea Vanni desideri.
Le spese a copertura dell’organizzazione delle mostre e della pubblicazione della guida sono state coperte dall’Amministrazione comunale.
Il percorso della Mostra è costituito da queste 14 sezioni:
1 - La strada Romea e gli ospedali lungo questa via
2 - La fondazione del Monastero ad opera dei Cadolingi
3 - Ubicazione dell’Abbazia e sua ricostruzione
4 - Elementi architettonici medioevali
5 - La fine dell’ età vallombrosana
6 - L’episcopessa e l’età francescana
7 - L’OPA di S. Salvatore e la chiesa
8 - Le soppressioni
9 - Il progetto dell’architetto Fallani
10 - Le terre di S. Salvatore
11 - Le clarisse in S. Salvatore
12 - Il Monastero e il paese
13 - La croce dipinta del Berlinghiero (arte romanica)
14 - La casa medioevale del Poggio Salamartano rinvenuta nel luglio 1984 mentre si stavano
15 - effettuando i lavori per l’ammattonamento del Poggio Salamartano.

La mostra rimase aperta fino al 23 novembre 1986.


1986 - Millenario della chiesa di S. Salvatore

Visite guidate del Monastero

Il Comitato del Millenario, su proposta di Alvaro Nelli e tramite i buoni uffici interposti dal vescovo Paolo Ghizzoni, ottenne dalla Congregazione dei Sacri Riti di Roma il permesso di far visitare, in date prestabilite, il Monastero di S. Salvatore.
Il Comitato organizzò tre VISITE GUIDATE da effettuarsi il 13, il 20 e il 27 luglio 1986.
Queste tre visite costituirono per i fucecchiesi un avvenimento storico dato che a causa della clausura nessuno avrebbe mai potuto visitare il Monastero.
Alle ore 18,30 del 13 luglio erano assiepate davanti alla porta d’ingresso del Monastero un centinaio di persone che non si erano lasciate dissuadere dal proposito di visitare il Monastero nemmeno dalla pioggia battente.
Vennero formati due gruppi. Il primo gruppo fu guidato nella visita dall’arciprete don Idilio Lazzeri; il secondo dai coniugi Lisandro Chiari e Marisa Bartalesi, i due professori autori del libro CHIESA DI S. SALVATORE A FUCECCHIO.
Questo l’itinerario della visita:
- ingresso, chiostro, refettorio del Monastero al pianterreno;
- laboratorio, sala capitolare, celle e coro delle clarisse al piano superiore;
- comunicatorio, coro della chiesa posto dietro l’altar maggiore e Cappella di S. Chiara al pianoterra.
Dalla Cappella si entrava nella chiesa e da qui si usciva di nuovo all’aperto.

1986 - Clarisse in S. Salvatore

Con questo vocabolo si indicano le suore francescane, dell’Ordine di S. Chiara, che hanno scelto la clausura.
La loro presenza in Fucecchio è secolare.
Dal 1334 al 1785 le clarisse dimorarono nel Monastero di S. Andrea che era situato al centro dell’attuale piazza dell’Ospedale.
Dal 1785 esse vivono nel Monastero di S. Salvatore situato sul Poggio Salamartano.
Nel 1986, l’anno della celebrazione del Millenario della chiesa di S. Salvatore, erano presenti nel Monastero omonimo queste clarisse:
1- Suor MARIA GABRIELLA BARBAGALLO, badessa
Barbagallo Nella è nata a Sortino (Siracusa) il 22 giugno 1920.
E’ giunta nel nostro Monastero il 16 gennaio 1940.
Ha fatto la professione solenne dei voti il 17 maggio 1945.

2- Suor MARIA GESUALDA CORVINO, vicaria
Corvino Angela è nata a Casal di Principe (Caserta) l’ 1/9/1946.
E’ giunta a Fucecchio il 10 luglio 1976.
Aveva fatto la professione solenne dei voti il 18 marzo 1968 a

3- Suor MARIA REDENTA CORVINO
Corvini Amalia è nata a Casal di Principe (Caserta) il 4/8/1944.
E’ giunta a Fucecchio il 12 marzo 1981.
Aveva fatto professione solenne dei voti nel 1968 a
4- Suor MARIA ALESSANDRINA D’ACUNTO
D’Acunto Antonietta è nata a Calvello (Potenza) il 3 novembre 1946.
E’ giunta a Fucecchio il 10 luglio 1976.
Aveva fatto professione solenne dei voti il 23/10/1968 a

5- Suor MARIA GIOVANNA POLIZZI
Polizzi Antonietta è nata a Valledolmo (Palermo) il 13/9/1915.
E’ giunta a Fucecchio il 18 settembre 1949.
Ha fatto professione solenne dei voti il 22 giugno 1954.

6- Suor ANNA MARIA SINI
Sini Francesca è nata a Tula (Sassari) il 24 gennaio 1915.
E’ giunta a Fucecchio il 2 ottobre 1942.
Ha fatto professione solenne dei voti il 21 maggio 1947.

7- Suor MARIA CONCETTA TINE’
Tinè Francesca nacque a Floridia (Siracusa) il 27 settembre 1902.
Giunse a Fucecchio il 29 ottobre 1921.
Fece professione solenne dei voti il 29 settembre 1926.
E’ morta il 6 gennaio 1995. E’ sepolta nel cimitero di Fucecchio.

8- Suor MARIA GIOVANNA ZANZI
Zanzi Lucia è nata a Cologna (Ferrara) il 21 marzo 1951.
E’ giunta a Fucecchio 6 febbraio 1982.
Aveva fatto professione solenne dei voti il 5/10/1975 a

La clausura a cui si sono sottoposte le clarisse del Monastero di S. Salvatore non è più rigidissima.
Le clarisse, infatti, possono uscire dal Monastero per sottoporsi a visite mediche specialistiche , per recarsi dal dentista e per andare a visitare le consorelle ricoverate in ospedale.

1987 - Fondazione Montanelli-Bassi

La Fondazione è una istituzione privata con fini culturali o sociali.
L’atto costitutivo della Fondazione Montanelli- Bassi venne stilato il 24 ottobre 1987, di sabato, presso la Casa del Fanciullo di Fucecchio posta in via delle Carbonaie.
Alla cerimonia presero parte, oltre alla cittadinanza, il giornalista fucecchiese Indro Montanelli, titolare della Fondazione, un figlio di Emilio Bassi, contitolare, il sindaco Antonio Marrucci, l’arciprete don Idilio Lazzeri, il priore don Carlo Favilli, l’avvocato Piero Malvolti (designato Presidente della Fondazione), l’avvocato Adriano Lotti, lo storico Alberto Malvolti, il presidente della Cassa di Risparmio di S. Miniato Lanfranco Catastini, il pretore di Empoli Domenico Ammirati, il capitano dei carabinieri Franco Antonelli, il pittore sanminiatese Dilvo Lotti, lo scrittore e critico letterario Luigi Testaferrata.
Con l’atto costitutivo Indro Montanelli si impegnò a donare alla Fondazione la sua biblioteca e i fondi necessari per il mantenimento della medesima e per la promozione di iniziative culturali mirate a valorizzare o a far conoscere il nostro paese.
Il giorno 24 ottobre 1987 l’Amministrazione Comunale si impegnò a dotare la Fondazione di una sede nei locali della ex Fattoria Corsini.
Nel 1990 l’Amministrazione comunale concesse in comodato, alla Fondazione, tutto il primo piano del Palazzo Montanelli della Volta sito in via Guglielmo di S. Giorgio.
Grazie all’opera dei volontari della Contrada S. Andrea e ai fondi elargiti da Indro Montanelli, il primo piano del Palazzo Montanelli della Volta fu ridotto a sede della Fondazione Montanelli- Bassi.
La nuova sede della Fondazione venne inaugurata da Indro Montanelli e da sua moglie Colette Rosselli l’8 maggio 1993 (vedi il video su www.fucecchionline.com).
La sede comprende:
- due saloni auditorium;
- due salette dov’è stata allestita la pinacoteca Arturo Checchi;
- una sala di lettura;
- una sala ingresso;
- il salone della presidenza;
- tre vani per la biblioteca;
- il vano-laboratorio;
- due stanzette ripostiglio-magazzino;
L’11 gennaio 1997 Indro Montanelli è venuto ad inaugurare lo studio Colette Rosselli, sua defunta moglie, ripristinato nella sala-ingresso della Fondazione.
Indro ha inoltre inaugurato la collezione di cimeli montanelliani sistemata in appositi armadi collocati nel salone della presidenza.
La Fondazione è gestita da un Consiglio di Amministrazione di cui fanno parte di diritto:
- il sindaco
- l’arciprete della Collegiata
- il priore di S. Maria delle Vedute
- tre rappresentanti nominati da Indro Montanelli (l’avv. Piero Malvolti, l’avv. Adriano Lotti, il prof. Alberto Malvolti).

1987 - L’ottavo centenario della nascita del nostro Comune

Sia pure con un anno di ritardo, l’Amministrazione Comunale di Fucecchio ha festeggiato l’ottavo centenario della nascita del nostro Comune con una serie di Incontri Culturali.
- Presentazione del volume sull’Abbazia di S. Salvatore
- Fucecchio e il Mediovaldarno nel Medioevo (conferenza)
- Cenni storici sui boschi delle Cerbaie (conferenza)
- Piano di riassetto del centro storico (conferenza)

Enrico VI, figlio dell’imperatore Federico Barbarossa, sceso in Italia per conto del padre, si fermò per qualche giorno a Fucecchio dove ricevette i massimi rappresentanti delle città toscane.
Durante quella sua breve permanenza Enrico VI fu colpito dalla povertà e dalla precarietà in cui viveva la nostra gente.
Le frequenti alluvioni dell’Arno, la mancanza di mura di protezione e l’assenza di magistrature atte a disciplinare la vita della comunità, facevano di Fucecchio un borgo “miserabile” ed “abbandonato” a se stesso.
Prima di lasciare Fucecchio,Enrico VI sollecitò la popolazione ad avanzargli la richiesta di magistrature di autogoverno.
Successivamente Enrico VI si stabilì a Bologna.
Il 1° settembre 1187, cinque deputati fucecchiesi eletti dal popolo, andarono a Bologna da Enrico VI e gli chiesero di concedere alla nostra comunità:
- la facoltà di amministrarsi
- l’autorizzazione a recingere il BORGO con mura e fortificazioni
Enrico VI accolse le richieste, pretese in cambio il giuramento di fedeltà all’impero e di rispetto dell’autorità ecclesiastica.
Enrico VI sanzionò tale concessione con un PRIVILEGIO recante “l’imperial sigillo cereo pendente”.
Tale privilegio, oltre a consentire la fortificazione del borgo, dichiarava i Fucecchiesi “liberi ed esenti dalla soggezione di qualsiasi persona, di qualunque autorità e dignità ecclesiastica o secolare sia arcivescovo o vescovo, duca o marchese, console o podestà, città o comune” e sanzionava la pena di 100 libbre d’oro a favore dell’Impero per chiunque avesse violato la volontà imperiale.
Concesse inoltre in feudo agli stessi abitanti il Castello proibendo a chiunque di distruggerlo, compreso il nunzio apostolico imperiale.
Ratificò che chiunque avesse voluto vendere o comprare alcuna casa in detto in detto castello dovesse versare alle casse dell’Impero la somma di 12 denari ed impose che appena il paese si fosse circondato di mura, i Fucecchiesi avrebbero dovuto consegnare al fisco imperiale tante terre fuori della giurisdizione fucecchiese quante erano quelle occupate dentro il recinto murario.
Le MURA di recinzione dovevano essere costruite entro il termine perentorio di 4 anni.

1990 - Publiser

La Publiser è un Consorzio, destinato a gestire pubblici servizi (da qui la denominazione PUBLI- SER), di cui fanno parte i Comuni di Empoli, Cerreto Guidi, Capraia e Limite, Fucecchio, Montelupo Fiorentino, Vinci.
Lo STATUTO di questo Consorzio è stato approvato dal Consiglio Regionale della Toscana con deliberazione N. 45 del 30 gennaio 1990.
Le funzioni specifiche di questo Consorzio sono:
1- La GESTIONE degli interi cicli di produzione e distribuzione di acqua, gas, calore ed energia.
2- La PROGETTAZIONE e la COSTRUZIONE di nuovi impianti.
3- Il controllo, il trattamento e la difesa delle risorse idriche nel territorio dei Comuni consorziati.
4- Il trattamento delle acque reflue.
5- La raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi.

Da qui la configurazione della Publiser come Azienda Consorziale Pubblici Servizi.

La sua struttura amministrativa comprende:
- L’Assemblea Consorziale formata da 31 membri eletti, secondo criteri di proporzionalità, dai Consigli Comunali dei comuni consorziati.
- Il Presidente dell’Assemblea eletto dall’Assemblea medesima nella prima seduta.
- Il Segretario dell’Assemblea che è quello del Comune di Empoli.
- L’Azienda Consorziale che gestisce i servizi e che è diretta dalla Commissione Amministratrice dell’Azienda formata da 6 componenti e dal Presidente. Tale Commissione viene nominata dall’Assemblea Consorziale.

La PUBLISER gestisce a Fucecchio 3 servizi:
1- L’erogazione del METANO a partire dall’1 settembre 1990
2- L’erogazione dell’ACQUA a partire dall’1 settembre 1990
3- La NETTEZZA URBANA a partire dall’1 settembre 1994

1990 - Parco della Rimembranza di Massarella ripristinato

Sabato 19 maggio 1990, per iniziativa degli scolari della classe quinta di Massarella e del loro insegnante Mario Catastini, è stato ripristinato il Parco della Rimembranza di Massarella reso inagibile dalla incuria dell’Amministrazione Comunale. Il grido di allarme era stato lanciato dalla professoressa Anna Maria Biagi Cabitza attraverso le colonne del bollettino parrocchiale Massapiscatoria.
Questo il PROGRAMMA della cerimonia di ripristino:
- Alle ore 17,30 la Corale Parrocchiale, sistemata sotto il portichetto a tre arcate della scuola pubblica di Massarella, ha eseguito sotto la direzione del parroco Don Ferdinando Santonocito un repertorio di canti della Prima Guerra Mondiale. Erano presenti, nel cortile della scuola, seduti su panche e sedie messe a disposizione della locale Contrada, ex combattenti della Prima e della Seconda Guerra Mondiale con divise, stendardi e bandiere, il Maresciallo dei carabinieri, il sindaco Antonio Marrucci, gli alunni della quinta casse della scuola pubblica, gli alunni delle prime quattro classi della Scuola Familiare con le loro insegnanti, alcuni dirigenti della Cassa di Risparmio di S. Miniato con le loro consorti e moltissimi massigiani.
- Al termine dei canti si è formato un corteo che, preceduto dalla Filarmonica di Bientina pagata con i soldi raccolti dagli alunni della classe quinta, si è portato davanti al Parco della Rimembranza. Qui, sotto la regia dell’ex combattente Angiolo Marini, hanno avuto luogo:
- l’alzabandiera issata su di un pennone all’ingresso del Parco;
- lo scoprimento e la benedizione della lapide commemorativa in pietra serena donata dal marmista Del Bubba Ugo;
- l’appello dei caduti di Massarella per ognuno dei quali era stata preparata una targa di alluminio recante il nome del caduto (donata dalla ditta Silla) ed attaccata al fusto dei cipressi con nastrino tricolore. Una breve orazione pronunciata dal parroco e dal sindaco.

Dopo la commovente cerimonia tutti i presenti sono ritornati nel cortile della scuola per consumare la cena offerta dalla Cassa di Risparmio di S. Miniato e preparata dai genitori degli scolari organizzatori. Il piatto d’obbligo: la zuppa di pane.

1990 - Casa del Poggio o Scuola di Catechismo

Sul lato sinistro della facciata della chiesa di S. Salvatore c’è un fabbricato a 3 piani di proprietà della Collegiata e ridotto, a partire dal 7 ottobre 1990, giorno della sua inaugurazione, a Scuola Parrocchiale di Catechismo sotto la denominazione di Casa del Poggio (Salamartano).
Dietro questo fabbricato sono custodite molte pagine significative della nostra storia locale.
Dal 1388 al 1783 questo edificio era appartenuto alla Compagnia della Madonna della Croce detta anche dei Frustati Bianchi.
La Compagnia vi aveva realizzato:
- la propria chiesa con cupola;
- la sede dei confratelli, al piano terra;
- gli uffici dei propri magistrati: il priore, i due amministratori, lo scrivano, il camarlingo, i 12 consiglieri (al primo piano);
- l’appartamento del sagrestano, al secondo piano;
- il cimitero.
Nel 1783 la Compagnia venne soppressa dal Granduca Leopoldo I.
Nel 1816 l’immobile della ex Compagnia della Madonna della Croce venne acquistato dal Monastero di S. Salvatore.
Le clarisse ridussero la chiesa e la sede della Compagnia a TINAIA.
Gli uffici della Compagnia e l’abitazione del sagrestano furono ridotti invece a FORESTERIA.
Per effetto della Legge dell’Incameramento dei Beni Ecclesiastici del 7 luglio 1866, la tinaia e la foresteria diventarono proprietà del Demanio del Regno d’Italia.
Nel 1874 il Demanio cedette i locali della TINAIA in proprietà al Comune di Fucecchio. Sempre nel medesimo anno, a seguito di un atto di permuta, il Comune cedette la TINAIA alla locale Arciconfraternita della Misericordia.
La Misericordia ripristinò nella TINAIA la chiesa e la sede dei propri confratelli.
La chiesa della misericordia, posta sotto il patronato della Madonna di Piazza, detta anche Liberatrice della peste, venne consacrata dall’arciprete della Collegiata secondo il Rituale Romano il 12 febbraio 1786.
Nel gennaio del 1900 la Misericordia acquistò per 2.000 scudi la ex Foresteria dal Demanio dello Stato. La Misericordia ridusse ad uffici delle proprie magistrature le stanze del primo piano. Le stanze del secondo piano vennero adibite ad abitazione del custode di tutto l’immobile.
Il 1° febbraio 1917, il vescovo di S. Miniato mons. Falcini proclamò patrona della Misericordia la Madonna di Lourdes che surrogò così la Madonna di Piazza. Alla Misericordia che aveva realizzato dietro il dossale dell’altare la grotta con la statua della Madonna, compete l’obbligo di celebrare in perpetuo ogni anno, l’11 febbraio, con solennità e decoro la festa dell’apparizione della Madonna.
Nel 1940 la Misericordia affittò i locali adibiti a propri uffici - al primo piano - alla Collegiata che li utilizzò come sede dell’Azione Cattolica.
Negli anni ‘50 la misericordia affittò alla Collegiata anche il locale della chiesa con la Grotta di Massabielle. La chiesa venne trasformata in sala parrocchiale con palco e schermo.
Il 25 maggio 1969 venne inaugurato il Museo Civico realizzato nella chiesa della Misericordia che era stata ridotta negli anni ‘50 a sala parrocchiale.
Nel 1989 l’intero edificio della ex Compagnia della Madonna della Croce, di proprietà della Misericordia è stato acquistato dalla parrocchia della Collegiata. Il Museo Civico venne smantellato per consentire alla Collegiata la riduzione dell’edificio a Scuola Parrocchiale di Catechismo.

1991 - Soglia della Porta Raimonda

Il 19 ottobre 1991, con una cerimonia suggestiva culminata con lo scoprimento di una targa metallica, è stata collocata sopra un’aiuola spartitraffico di Piazza La Vergine la SOGLIA MARMOREA dell’antica Porta Raimonda.
Sulla targa metallica sono state scritte queste parole

SOGLIA DELL’ANTICA PORTA RAIMONDA
( sec. XIII )

Rinvenuta nel 1976, sotto il livello stradale di via Pietro Martini,
è qui collocata per iniziativa della contrada PORTA RAIMONDA

OTTOBRE 1991

Su questo marmo, per secoli
si sono chiuse le mura castellane
e sono trascorse le stagioni della Storia

La soglia marmorea era tornata alla luce nel gennaio 1976 durante i lavori per la posa delle condutture del gas metano. Il ritrovamento avvenne in via Pietro Martini, davanti al Palazzo Galleni n. 12 a circa 50 centimetri di profondità.
La soglia fu collocata provvisoriamente in piazza Garibaldi sopra un terrapieno di fianco al palazzo Montanelli della Volta.
Porta Raimonda era una delle 9 porte di accesso al castello di Fucecchio nel 1300.

1992 - Liceo scientifico: storia del fabbricato

Dal 1992 l’edificio della ex Pretura di Fucecchio, soppressa il 20 maggio 1925, ospita il tanto sognato Liceo Scientifico che dipende amministrativamente dal Liceo Classico di Empoli.
Nel 1699, al posto dell’attuale fabbricato del Liceo, c’erano due case. E proprio in quell’anno, il 1699, il Consiglio comunale deliberò l’acquisto di quella posta sulla sinistra, che faceva angolo con l’attuale via Mario Sbrilli, per ridurla a Palazzo Comunale che allora veniva chiamato Cancelleria.
La vecchia Cancelleria,demolita alla fine del 1699, si trovava al centro di piazza Vittorio Veneto ed aveva la facciata rivolta verso il Palazzo Pretorio.
Nel 1700 la casupola acquistata dal Comune e demolita fece posto al nuovo Palazzo comunale; attaccata al Palazzo comunale rimase l’altra casa di cui diventò proprietario il signor Cocchi che la fece innalzare al di sopra della Cancelleria.
Nel 1854 la casa del sig. Cocchi venne acquistata o ereditata dal Regio Ospedale di S. Maria degli Innocenti di Firenze.
Sotto la costante pressione del Delegato di Governo (questore politico) che aveva la propria sede nel Palazzo Comparini in Via Castruccio, il Consiglio Comunale, nel 1855, lasciò libero il palazzo comunale di piazza Vittorio Veneto ed acquistò per lire 8.177 aumentate del 10% la confinante casa ex Cocchi (gli uffici comunali erano stati trasferiti nell’attuale Palazzo Montanelli Ducci di via Lamarmora).
Nel 1856 il Palazzo comunale di piazza Vittorio Veneto e l’adiacente Casa ex Cocchi vennero demoliti e fu iniziata la costruzione del Palazzo destinato alla Delegazione di Governo, il fabbricato che attualmente ospita il Liceo Scientifico.
Il palazzo venne ultimato nel dicembre del 1858 ed inaugurato nel 1959: venne chiamato Palazzo della Delegazione di Governo e tale rimase fino al 1865.
Dal 1865 al 1883 diventò Palazzo del Delegato di Pubblica Sicurezza.
Dal 1883 al 1925 venne denominato Palazzo della Pretura.
Le destinazioni d’uso del fabbricato dopo il 1925 sono state molteplici:
- sede del Partito Nazionale Fascista;
- abitazione per numerose famiglie nel dopoguerra;
- Palazzo della Cultura o Biblioteca Comunale negli anni ‘70;
- sede dell’Associazione Intercomunale N. 17 e di alcune sezioni della Scuola Media Giuseppe Montanelli e Pinacoteca Arturo Checchi;
- alloggio dell’Archivio Storico e dell’Archivio Post- Unitario;
- Scuola Media G. Pascoli.
- Dal 1992 il Palazzo è stato destinato a Liceo Scientifico.
Nel 1996 l’Archivio storico è stato trasferito dal Liceo Scientifico nel Palazzo Montanelli della Volta. In precedenza l’Archivio Post- Unitario era stato trasferito in alcuni locali del Palazzo Pretorio.

1993 – Spostamento del monumento ai Caduti

Il monumento ai Caduti, opera dello scultore fiorentino Augusto Miniati, era stato collocato in piazza Vittorio Veneto il 25 giugno 1922.
Nel 1993 il monumento ai Caduti è stato spostato nell’area dei giardini pubblici di piazza XX Settembre.
Lo spostamento è stato effettuato dall’impresa edile fucecchiese Santini Franco.
La Ditta Santini iniziò le operazioni di smontaggio del monumento il 25 gennaio 1993. L’operazione di smontaggio durò tre giorni.
Nel pomeriggio del giorno 27 gennaio del monumento ai Caduti non c’era più traccia in piazza Vittorio Veneto.
L’area del basamento del monumento e quella su cui erano stati issati i due lampioni a colonna vennero rilastricate dalla medesima ditta Santini. L’operazione di rilastricatura ebbe termine il 2 febbraio 1993.
Il giorno 4 febbraio l’impresa Santini cominciò a riassemblare il monumento su di un basamento circolare in cemento armato.
Il 5 febbraio tutto la parte del monumento in travertino di Rapolano era già innalzata. Mancavano soltanto le parti bronzee: il guerriero, l’angelo della Vittoria e lo stemma con il serto.
Venerdì 12 febbraio 1993 tutto l’obelisco venne sabbiato.
Il 16 febbraio vi venne collocato l’angelo; il 19 febbraio il soldato e lo stemma con il serto.
Il 25 febbraio vennero issati i 4 colonnini in corrispondenza dei vertici della base quadrata del monumento.
Il 2 marzo 1993 vennero agganciate ai quattro colonnini le catene di recinzione.
Il progetto dell’Ufficio Tecnico comunale prevedeva per l’area dei giardini pubblici ridotti a Parco della Rimembranza:
- l’installazione di una ventina di lampioni;
- la messa a dimora di alcune piante;
- la realizzazione di una rotonda e di alcuni vialetti;
- la messa a dimora di una siepe su due dei quattro lati del Parco;
- la demolizione della ringhiera lungo il muretto che costeggia un tratto del viale Buozzi.

Alla fine del febbraio 1995 il progetto è stato portato a termine.

1993 - Lastricatura Via S. Giorgio e piazza Garibaldi

Via Guglielmo S. Giorgio all’inizio del 1993 era tutta dissestata e percorsa, in alcuni tratti, da serpentoni di bitumatura.
Dopo la lastricatura di via Castruccio conclusasi nel gennaio del 1993, l’Amministrazione fece lastricare anche via S. Giorgio e piazza Garibaldi.
Per la lastricatura della via e della piccola piazza furono usate le vecchie lastre di via Castruccio che erano state messe a dimora in un area prativa adiacente a via di Burello. La superficie di queste lastre non fu né ripianata né zigrinata perché di scalpellini in zona non ne esistono più.
I lavori, eseguiti dalla Ditta Pace, iniziarono lunedì 8 febbraio 1993.
La lastricatura di via S. Giorgio si concluse il 17 febbraio.
Il 18 febbraio si dette l’avvio alla lastricatura di piazza Garibaldi che si concluse il 1° marzo 1993.
Non sarebbe stato decoroso inaugurare il Palazzo Montanelli della Volta, prevista per il mese di maggio, con la via tutta dissestata.

1994 - Restauratrice degli affreschi del chiostro La Vergine

Nel giugno 1994 sono iniziati i lavori di restauro degli affreschi presenti nel chiostro del Convento La Vergine di Fucecchio. Si tratta di 24 episodi della vita S. Francesco d’Assisi illustrati nelle lunette e di 40 medaglioni raffiguranti altrettante personalità di spicco dell’Ordine Francescano dipinti nelle vele delle volte a crociera. Gli episodi e i medaglioni furono affrescati dal 1730 al 1738 dal pittore francescano padre Alberico Carlini da Vellano di Pescia.
Il restauro degli affreschi è stato affidato dalla Soprintendenza e dal Comitato Restauro Affreschi del Chiostro dei Frati alla restauratrice turca Ayse Durmaz.
La Durmaz è nata nel 1959 ad Elazig in Turchia.
Ha conseguito il diploma universitario di pittura decorativa nell’Università di Marmora ad Instanbul.
Dopo aver preso parte ai lavori di restauro del Vecchio Palazzo del Parlamento di Ankara e della cupola della Moschea a S. Sofia in Instanbul, nel 1988 venne in Italia a specializzarsi nei laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze (1988-1991).
A Firenze ha restaurato, in equipe, le seguenti opere:
- gli affreschi di Domenico Ghirlandaio nella chiesa di S. Maria Novella;
- gli stucchi policromi di Donatello nella sagrestia della chiesa di S. Lorenzo;
- gli affreschi di Guido del Monaco nella chiesa di S. Trinità;
- le pitture murali del Vasari nella cupola della Cattedrale;
- le pitture di Andrea del Sarto nel chiostro dello Scalzo.




Qui finisce la storia e comincia la cronaca.



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