Fino agli anni ‘50 erano molte le persone che ambivano a ricoprire il ruolo di sagrestano e campanaro.
Il compenso era poco più che misero, ma sicuro. Chi esercitava questo mestiere non correva il pericolo di rimanere disoccupato.
I frati e le monache di S. Salvatore suonavano da sé le campane. Le corde che frati e monache dovevano tirare per suonare le campane scendevano all’interno dei loro fabbricati. Le campane dei loro campanili erano “leggerine” rispetto a quelle del campanile della Collegiata.
L’arciprete della Collegiata non poteva provvedervi da solo; anzi, nei giorni delle grandi festività, quando si dovevano suonare “i doppi” il campanaro doveva cercarsi degli aiutanti perché da solo non poteva suonare simultaneamente cinque campane. Inoltre il campanile della Collegiata,che fino al 1782 apparteneva alla chiesa di S. Salvatore, era staccato e lontano dalla chiesa. E come se questo non bastasse, il campanaro doveva raggiungere la cella campanaria per poter suonare le campane. E Dio solo sa quanti corridoi in salita e quanti scalini doveva salire per raggiungere la cella campanaria! Il disagio era accentuato poi dal fatto che il percorso per salire in cima al campanile non era elettricamente illuminato.
Negli anni ‘5O anche Fucecchio cominciò ad industrializzarsi. Nacquero tanti piccoli calzaturifici. Finalmente c’era lavoro per tutti. Quasi tutti i calzolai dovevano fare gli straordinari per sopperire alla domanda di calzature.
La Collegiata rimase senza campanaro.
L’arciprete don Salvatore Volpi dovette affidarsi al volontariato dei propri parrocchiani. Ma questa non era una soluzione del problema. L’arciprete prospettò in seno a tutte le Associazioni di ispirazione cattolica e anche ai fedeli della Collegiata una soluzione originale adottata in molte chiese metropolitane: la motorizzazione delle campane. Per far suonare le campane a qualsiasi ora sarebbe bastato premere uno o più pulsanti dalla sagrestia.
L’appello fu accolto da due benemeriti fratelli fucecchiesi: Olinto e Giulio Briganti.
In un tempo record raccolsero la somma necessaria per installare nel campanile della Collegiata l’impianto di motorizzazione che venne realizzato dalla Ditta Lorenzi di Milano.
E il 24 giugno 1956, festa di S. Giovanni Battista, in concomitanza con il Duomo di Firenze, entrò in funzione l’impianto di motorizzazione che cancellò per sempre la figura del campanaro.
Sollecitati dall’esempio della Collegiata anche i frati francescani e il parroco di S. Maria delle Vedute provvidero alla motorizzazione delle loro campane.
Nel 1984 anche le monache di S. Salvatore “elettrificarono” le due campanelle del loro simpatico campanilino.
1958 - Casa del Fanciullo
Nel 1947 nacque anche a Fucecchio il Centro Italiano Femminile, il CIF, di scoperta matrice cattolica. Ne fecero parte in veste di dirigenti Anna Soldaini Lenzi, Teofila Chiti, Giovanna Malvolti, Angiolina Nelli, Viola Cardini, Rina Cicalini.
Nel 1948 l’arciprete don Pietro Stacchini lanciò la proposta di costruire in parrocchia un ricreatorio e un campo da gioco per ragazzi. La proposta fu accolta con entusiasmo dal C.I.F. di Fucecchio.
Nel 1949 sotto la spinta dell’inesauribile Anna Soldaini Lenzi, professoressa di lingua francese, iniziò la raccolta dei fondi finanziari.
Nel 1950 all’arciprete don Pietro Stacchini, chiamato a dirigere il seminario di S. Miniato, subentrò don Salvatore Volpi che sposò subito l’iniziativa di una Casa per Fanciulli con campo da gioco (lui aveva sognato da sempre gli Oratori).
Nel 1953 - il 4 maggio - morì la professoressa Soldaini Lenzi che lasciò per la costruenda Casa mezzo milione di lire: era il premio di una sua assicurazione sulla vita.
Il 2 ottobre 1955 avvenne la posa della prima pietra della Casa per opera di un Cantiere di Lavoro (scuola per muratori) diretto dall’ingegner Magni e dai capimastri Gini Fulvio e Poletti Attilio.
Il 21 dicembre 1958 venne inaugurata la tanto desiderata Casa del Fanciullo.
Al piano terra vi era il cinema teatro; al primo piano 4 aule, una piccola direzione, i bagni ed un mini-appartamento per un eventuale custode della Casa. Di fianco, il tanto sospirato campo da gioco. Alla Casa del Fanciullo si poteva accedere sia da viale Buozzi che da via delle Carbonaie.
Il 22 febbraio 1976, a conclusione dei lavori di ristrutturazione della sala cinematografica e dei lavori di costruzione di una sala giochi contigua alla sala cinema, ci fu un’ulteriore cerimonia di inaugurazione.
Queste le modifiche apportate nella sala cinema: venne rifatto il palcoscenico; la sala venne insonorizzata con l’intonacatura del soffitto mediante verniculite e con la copertura delle pareti mediante moquette ignifugata; venne data al pavimento un’adeguata inclinazione; le sedie vennero sostituite con le poltroncine; venne realizzata infine una cabina per proiezioni in muratura e con due porte.
Il 25 ottobre 1987 è stata inaugurata la ristrutturata sala cinematografica: parquet di legno sul palcoscenico, pedana e scala ai piedi del palco; eliminazione della moquette dalle pareti; realizzazione di un nuovo ingresso alla sala cinema.
Ora la Casa ha un’altra intitolazione: CASA DEL FANCIULLO E DEL GIOVANE
1959 - Muraglione dell’orto delle monache di S. Salvatore
Il muro che aggetta su via Machiavelli e su piazza Alberighi viene comunemente chiamato il “Muro dell’orto delle monache” di S. Salvatore.
Questo muro impedisce al terreno dell’orto delle monache di franare sul Poggetto (piazza Alberighi).
Nel corso dei secoli il muraglione di contenimento del terreno dell’orto si è sempre rivelato instabile ed ha richiesto numerosi interventi.
Poco prima del 1390 il muraglione venne rialzato con i 3.000 mattoni donati dalla fornace del Comune e con quelli prelevati nei paraggi della torre Bernarda nel 1385.
Nel 1470 il muraglione, crollato, venne riedificato a cura del Comune.
Nel 1847 il lato dell’orto che guarda via Machiavelli fu munito di un nuovo muro come si legge nella targhetta che vi è stata collocata.
Nel 1959 il Muraglione che dà su piazza Alberighi venne ricostruito, a due balze, su progetto dell’ingegnere comunale Stefano Costagli.
1961 - Censimento
Dal censimento effettuato nel 1961 si evincono i seguenti dati:
- il territorio comunale è grande 65,15 kmq
- residenti nel Comune 15.370 persone
- la densità della popolazione è pari a 236 per kmq
- nel capoluogo sono concentrate 6.914 unità; nella frazione di S. Pierino 1.047; in quella di Ponte a Cappiano 1.350; in quella di Galleno 1.087; Massarella 1.006; Torre 814; Querce 776.
La popolazione attiva assomma a 7.000 unità così suddivise:
Rapportati questi dati al censimento del 1951 potevamo evincere quanto segue:
- la percentuale degli addetti all’agricoltura era scesa addirittura di 20 punti;
- la percentuale degli addetti al secondario (industria e artigianato) era salita di 12 punti (l’industria manifatturiera era balzata dai 1.170 addetti del 1951 ai 2.818 del 1961: il comparto dei calzaturieri o calzolai passava da poche decine ad oltre un migliaio di occupati. Indimenticabile la Prima MOSTRA delle calzature dal 12 al 26 settembre 1948 promossa dal Sindaco Angiolo Cecconi ed allestita nell’ex Circolo dei Signori);
- accanto ai calzaturifici ed alle poche concerie operavano nel nostro Comune una fabbrica di fiammiferi, due fabbriche di laterizi, 3 laboratori di borse da uomo e da donna, e 3 calzifici (uno alla Ferruzza, uno in piazza XX Settembre e uno in viale Gramsci).
L’agricoltura, grazie a Dio, divento un’attività marginale come lo si può desumere dai dati statistici desunti da quattro censimenti.
1962 - Biblioteca comunale
L’esigenza di una biblioteca comunale è stata sempre presente nella coscienza dei nostri amministratori.
Il tema della biblioteca comunale è stato posto molte volte all’Ordine del Giorno delle sedute consiliari alla fine del secolo XIX e all’inizio di quello presente.
La biblioteca comunale era stata surrogata a più riprese ora dal Gabinetto di Lettura ora dalle biblioteche private quasi tutte di matrice cattolica.
Soltanto nel secondo dopoguerra e precisamente nel 1962 venne deliberata e realizzata una biblioteca comunale che venne installata nell’ex Palazzo della Delegazione di Governo, poi Pretura ed oggi Liceo Scientifico.
Nel primo articolo dello Statuto si legge:
Nel 1962 è stata istituita una Biblioteca pubblica di proprietà dell’Amministrazione comunale ed ha assunto il nome i Biblioteca Comunale.
Gli organi preposti alla gestione della biblioteca sono il Comitato di gestione sociale e l’ Assemblea.
Il Comitato di gestione sociale è composto dai seguenti dirigenti:
- il Presidente designato dal Consiglio Comunale
- l’assessore alla Cultura o un suo delegato
- 5 membri designati dal consiglio comunale: 3 in rappresentanza del gruppo di maggioranza e 2 in rappresentanza dei gruppi di minoranza
- un rappresentante unico scelto dalle varie confederazioni sindacali
- un rappresentante dell’Istituto Professionale
- un rappresentante del Consiglio d’Istituto della Scuola Media
- un rappresentante del Consiglio di Circolo
- sei membri eletti dall’Assemblea
L’ ASSEMBLEA è composta da tutti coloro che avendo compiuto il 15° anno di età partecipano, dopo averne fatta esplicita richiesta scritta,ad uno dei settori di attività della Biblioteca comunale.
Questi sono i compiti statutari della nostra biblioteca comunale:
1- conservare e sviluppare il patrimonio librario;
2- promuovere la pubblica lettura;
3- raccogliere e conservare DOCUMENTI, MEMORIE, PUBBLICAZIONI ed altro materiale utile allo studio della storia locale;
4- stimolare gli interessi culturali dei cittadini favorendo studi, pubblicazioni di opere letterarie e scientifiche, promuovendo ed organizzando iniziative anche in collaborazione con altri enti ed associazioni;
5- cooperare con gli organi collegiali ad iniziative integrative dell’attività scolastica;
6- partecipare alle iniziative culturali promosse dall’amministrazione comunale.
Attualmente la biblioteca si trova in alcuni locali dentro l’ex Fattoria Corsini ed è intitolata a Indro Montanelli.
1962 - Centenario della morte di Giuseppe Montanelli
Il nostro più illustre concittadino Giuseppe Montanelli, Primo Ministro del Granducato di Toscana (1848) e triunviro della Repubblica Toscana nel 1849, morì a Fucecchio il 17 giugno 1862.
Cento anni dopo, nel 1962, era sindaco di Fucecchio il socialista Pietro Sollazzi
Pietro Sollazzi, amante e difensore della cultura locale, accolse con entusiasmo il programma celebrativo del Centenario della morte di Giuseppe Montanelli stilato da un Comitato presieduto dall’avvocato Egisto Lotti.
Alla cerimonia presenziarono personalità illustri del mondo della politica e della cultura:
- il Presidente del Consiglio Amintore Fanfani;
- i parlamentari del nostro Collegio Elettorale;
- il giornalista Indro Montanelli;
- il professore universitario e storico Giovanni Spadolini.
In questa occasione venne aperta nel salone del chiostro dei frati la MOSTRA DEI CIMELI MONTANELLIANI. Giovanni Spadolini dedicò al nostro illustre concittadino un libro intitolato UN DISSIDENTE DEL RISORGIMENTO.
Gli studenti universitari con i loro berretti a punta tutti ingioiellati di “ciondoli” svolsero un ruolo importante nei festeggiamenti del primo centenario della morte di Giuseppe Montanelli.
1963 -FRATRES Associazione Donatori Sangue
L’Associazione dei donatori di sangue denominata Fratres fu fondata nel 1963 ad opera dell’Arciconfraternita della Misericordia di Fucecchio che nella donazione del sangue vedeva il concretizzarsi di una delle più significative opere di misericordia corporale.
I fondatori furono:
Tommaso Cardini, governatore della Misericordia, Nelli Osvaldo, Zingoni Eligio, padre Angelico Ceci, Cicalini Jaur, Costagli Rolando, Costagli Egisto, Galise Domenico, Chiti Osvaldo e Chiti Leandro
I Fratres nel 1964 istituirono la FESTA DEL DONATORE che veniva celebrata l’11 febbraio in concomitanza con la Festa della Madonna di Lourdes, protettrice della Misericordia. La festa durava una sola giornata. Essa prevedeva la celebrazione della S. Messa, la sfilata delle ambulanze e il pranzo sociale.
Nel 1977, su pressione dei Fratres, la Regione Toscana istituì anche a Fucecchio uno dei 14 Centri di Trasfusione del Sangue.
Il Centro dà lavoro a 8 persone: un primario, un aiuto, un assistente, tre tecnici di laboratorio, un infermiere e un impiegato.
Nel 1978 i Fratres dettero il via alla SETTIMANA DEL DONATORE che si svolge nel mese di maggio.
Nel 1981 i Fratres hanno organizzato il PALIO DELLE CONTRADE e ne hanno presieduto l’organizzazione fino al 1994. Il Palio si svolge l’ultima domenica di Maggio.
La sede dei Fratres si trovava in corso Matteotti al piano terra del fabbricato della Misericordia.
1963 - Chiesa di Botteghe
L’arciprete della Collegiata don Salvatore Volpi (1950-1970) per alleviare i disagi dei parrocchiani della località Botteghe, d’accordo ed in collaborazione fattiva con essi decise di costruire una piccola chiesa all’ingresso di questo insediamento.
Venne costituito un Comitato formato da dodici persone che provvide a raccogliere soldi e prestazioni gratuite di mano d’opera.
La chiesa, intitolata al SS. Nome di Maria venne inaugurata nel 1963.
In questa chiesa viene celebrata la Messa della domenica e delle altre festività; vi si insegna il catechismo; vi si celebrano le esequie per i defunti del luogo; il giorno 12 settembre, festa del SS. Nome di Maria, i ragazzi e le bambine vi ricevono la Prima Comunione.
Dal 1980 la località Botteghe è diventata zona industriale.
Sono aumentati gli abitanti e anche i bambini.
La navata della chiesina non era più sufficiente per insegnarvi il catechismo a tutti i fanciulli.
Negli anni ‘90 , accanto al corpo della navata, è stato costruito un vano che funge da sagrestia e da aula per catechismo.
La chiesina ingrandita è stata inaugurata il 12 settembre 1993 in occasione del 30° anniversario della sua fondazione.
1963 - Montanelli Giuseppe, baritono (1879-1963)
Il baritono Giuseppe Montanelli* era il fratello di Sestilio, il padre del noto giornalista Indro Montanelli.
Nonostante i suoi successi canori in Italia e nell’America Latina, il nostro grande baritono trascorse gli ultimi anni della sua vita in francescana povertà. Lo si poteva vedere ogni giorno alla bancarella del pesce di mare intento ad incartare il pesce per una misera mancia che gli veniva corrisposta dal venditore.
Fino a che gli “aveva retto” la voce, aveva potuto integrare la magrissima pensione con le lezioni private di canto a tenori, baritoni e bassi della zona (Tavolari, Spagli, Panconi, Taddei..). Nella sua viareggina di via Mazzini.
Rimasto vedovo e senza figli, Giuseppe Montanelli morì il 4 gennaio 1963.
Fucecchio non gli riservò particolari onoranze funebri.
La viareggina del baritono, per sua volontà testamentaria, “toccò” al nipote Indro Montanelli.
La memoria storica del grande baritono fucecchiese venne rispolverata nel 1965 da Ornato Brucci, tappezziere, Presidente dell’Associazione Lirico Sinfonica Fucecchiese, vicepresidente della Banda ed apprezzato musicologo.
Il Brucci riuscì ad ottenere una commemorazione televisiva nella rubrica CRONACHE ITALIANE.
Nedo Guerrieri realizzò nella bottega del Brucci una ripresa televisiva condotta da Massimo Valentini.
Il Valentini intervistò Ornato Brucci e il tenore Luigi Tavolari, ex allievo di “Beppe” Montanelli.
Il Brucci tracciò a grandi linee la biografia di Giuseppe Montanelli.
* Giuseppe Montanelli era nato il 14 febbraio 1879 in via Arturo Checchi, 19. Si era sposato a Cerreto Guidi con Elisa Turini il 30 agosto 1902. Aveva debuttato a Empoli nel 1906 con l’Amico Fritz.
Nel 1916 cantò alla Scala di Milano in Aida e successivamente in Isabeau.
Nel 1926-1927 interpretò il ruolo di Rigoletto nell’omonima opera nel Teatro Trianon di Buenos-Aires dove si esibì anche nei Pagliacci.
Il tenore Luigi Tavolari illustrò le qualità canore di Giuseppe Montanelli.
Il servizio televisivo venne trasmesso il 15 novembre 1965.
Il 9 gennaio 1966, sempre su iniziativa di Ornato Brucci, presente Indro Montanelli con la madre, venne scoperta una lapide commemorativa fissata sulla facciata della casa natìa, in via Arturo Checchi.
Il testo della lapide fu dettato dal rag. “Olintino” Bagnoli, emerito violinista.
AL BARITONO CONCITTADINO
GIUSEPPE MONTANELLI
CHE L’ARTE DEL BEL CANTO
IN MODO ECCELSO DIVULGO’
IN ITALIA E NEL MONDO
QUI OVE NACQUE
FUCECCHIO A PERENNE MEMORIA
NEL III ANNIVERSARIO
DELLA MORTE. 4-1-1966
1964 - Circolo Sportivo Fucecchiese
La sede di questo Circolo si trova al piano terra dell’immobile, di proprietà di Amedeo Mechetti, posto in via Roma ai NN. 46-48.
La sede del Circolo è stata inaugurata il 1° novembre 1964 dopo che si era legalmente costituita l’Associazione Circolo Sportivo Fucecchiese.
Alla cerimonia di inaugurazione assistettero anche, in veste di invitati, il prefetto, il questore, il sindaco di Fucecchio Pietro Sollazzi, il Maresciallo dei carabinieri, l’arciprete della Collegiata don Salvatore Volpi, padre Angelico Ceci e il direttore provinciale dell’ENAL.
Fece gli onori di casa il Presidente del Circolo, il sig. Canovai Vittorio.
Queste sono le tappe che portarono alla costituzione dell’Associazione Circolo Sportivo Fucecchiese:
- Nella prima riunione del 19 gennaio 1964 venne scelta la sede sociale della costituenda Associazione.
- Nella riunione del 13 marzo 1964, i primi 49 soci elessero il Consiglio Direttivo, il Collegio dei Sindaci revisori ed il Collegio dei probiviri. Il primo Presidente fu Vittorio Canovai.
- Il 25 ottobre 1964, presso lo Studio Legale dell’avvocato Lido Chiti venne fissato in Lire 12.750.000 il capitale sociale dell’Associazione e fu deliberato di concedere in uso gratuito l’ufficio di segreteria alla SS. Nuova Vigor.
- Il 26 ottobre 1964 venne approvato, a corredo dello Statuto, il Regolamento interno.
Fra le gite turistiche promosse dall’Associazione merita di essere menzionata quella fatta a Roma il 18 gennaio 1965: essa si concluse con il ricevimento concesso da papa Paolo VI a tutti i partecipanti.
I Presidenti dell’Associazione Circolo Sportivo sono stati:
- Canovai Vittorio 1964 e 1965
- Serafini Leopoldo 1966
- Nelli Giovacchino 1967 e 1968
- Briganti Asmaro 1969 e 1970
- Nelli Giovacchino 1971 e 1972
- Morelli Adone 1973
- Briganti Asmaro 1974
- Nelli Giovacchino 1975
- Pini Bruno 1976
- Morrone Aldo 1977 -1978 e 1979
- Briganti Asmaro 1980-1981-1982-1983 e 1984
- Borgioli Alvaro 1985-’86-’87-’88-’89-’90-’91-’92 e 1993
- Casani Angelo 1994 e 1995
1964 - Il Poggio
Nel 1964 nacque a Fucecchio l’Associazione Culturale IL POGGIO per iniziativa di un gruppo di giovani laureandi di ispirazione cattolica: Ferdinando Biondi, Riccardo Cardellicchio, Paolo Cioni, Marco Cipollini, Luigi Fatichi, Alberto Malvolti e Aldemaro Toni.
Le iniziative organizzate da IL POGGIO risvegliarono in molti strati sociali interessi culturali che sembravano sopiti per sempre. Tra le innumerevoli iniziative di questa Associazione ricordiamo:
- Visite guidate a mostre e Musei presenti in Toscana
- Organizzazione di mostre collettive e personali di pittori locali
- Incontri con autori di libri di narrativa e di poesia
- Recital
- Partecipazione a rappresentazioni teatrali
- Cicli di conferenze sul Teatro Moderno e su temi d’attualità
- Corsi di Storia
- Concerti vocali e strumentali
- Corsi di storia contemporanea
- Guida all’ascolto della Musica
- Pubblicazione di 3 Bollettini e di 3 numeri della rivista AGENZIA LETTERARIA
- Gite
- Costituzione di un CINECLUB e di una Sezione di Amatori delle Arti Figurative
La sede de IL POGGIO era posta all’inizio di via Machiavelli nell’interrato del Palazzo Morelli Guido e fu inaugurata il 4 giugno 1965.
L’Associazione si sciolse nel 1969.
1966 Gaioni Luigi Antonio, pittore (1889-1966)
Nel 1948 l’arciprete della Collegiata don Pietro Stacchini, con l’intento di rendere spiritualmente meno fredda la nostra Collegiata, commissionò al pittore Gaioni Luigi Antonio* l’affrescatura della semicupola del coro e le pareti e le volte del transetto.
Dopo aver approntato un bozzetto in scala, approvato dall’arciprete Stacchini, il pittore affrescò nei tre spicchi della semicupola del coro la Madonna, la SS. Trinità, S. Giovanni Battista.
Sulle pareti del lato sinistro del transetto affrescò Gesù consolato dall’Angelo nel Getsemani, La crocifissione, Gesù legato alla colonna e frustato.
Sulla volta sinistra del transetto dipinse La resurrezione di Gesù.
Sulla volta posta sopra il lato destro del transetto il Gaioni affrescò il Discorso delle beatitudini, La trasfigurazione sul monte Tabor.
L’affrescatura del transetto della Collegiata venne fatta interrompere dalla Soprintendenza delle Belle Arti che giudicò i colori e i soggetti non consoni all’architettura della chiesa. Il Gaioni nel 1954 lasciò a malincuore la Collegiata di Fucecchio.
* Anton Luigi Gaioni era nato a Milano il 4 maggio 1889.
Frequentò i corsi di anatomia a Brera, la Scuola di nudo di Cesare Tallone e il Corso d’Arte applicata al Castello Sforzesco.
Nel 1921 si sposò con Lina Lami di S. Miniato. Dal matrimonio nacque Marina.
Per insofferenza verso il Fascismo visse a Parigi dal 1828 al 1940.
Nel 1933 partecipò ad una Esposizione di Pittori Italiani (Modigliani, De Chirico, De Pisis, Severini, Tozzi) e vinse il primo premio con il dipinto La Vergine.
Nel 1946 ottenne la cattedra di Storia dell’Arte nel Corso Teologico del Seminario di S. Miniato.
Affrescò molte chiese della nostra diocesi fra cui quelle di S. Pierino e di Fucecchio.
Per la esecuzione degli affreschi della Collegiata il Gaioni si avvalse dell’opera del muratore Vittorio Bartolini di cui vediamo il volto nel grandioso affresco della Crocifissione.
Si prestarono come modelli e modelle Giorgio Sanna, Marta Daddi, Mafalda Guasqui.
Gaioni morì a S. Miniato il 13 febbraio 1966.
1966 – La disastrosa alluvione del 4 novembre
Il 4 novembre 1966 una terribile alluvione devastò Firenze e trasformò in un grande lago il Valdarno. L’esodo dalle zone in golena e dalle campagne tra S. Croce, Ponte a Cappiano, Fucecchio e Stazione ferroviaria nella parte alta del paese fu drammatico.
La documentazione fotografica, cinematografica, televisiva e giornalistica renderanno meglio l’idea della storicità di quella ennesima alluvione.
1969 - Museo civico
Realizzato sul Poggio Salamartano nella ex chiesa della Misericordia e della Compagnia della Madonna della Croce, il Museo Civico di Fucecchio fu inaugurato il 25 maggio 1969.
Erano presenti alla cerimonia d’inaugurazione il sindaco Ivano Pellegrini, il celebre pittore fucecchiese Arturo Checchi e l’avvocato Egisto Lotti, ideatore e realizzatore di questa istituzione.
Il progetto di riduzione della ex chiesa a sala museale era stato eseguito dall’architetto Guido Crudeli.
Nel Museo, prima dello smantellamento avvenuto nel 1989, erano presenti 19 dipinti, su pala e su tela, tre avori, 24 pezzi di oreficeria, 13 paramenti e 6 oggetti lignei.
Quasi tutte le opere presenti nel Museo erano state donate dall’arciprete della Collegiata don Salvatore Volpi, dal priore delle Vedute don Carlo Favilli e dal priore della Torre don Giuseppe Mainardi.
Tutti i dipinti e tutti gli oggetti di oreficeria furono restaurati, fra il 1958 e il 1969, dal Gabinetto dei Restauri di Firenze diretto dal dottor Umberto Boldrini e dal prof. Gaetano Lo Vullo che si avvalsero di due valenti coordinatori: i proff. Edo Masini e Vittorio Granchi.
A cura del prof. Paolo del Poggetto venne pubblicato il catalogo delle opere esposte sotto il titolo di MUSEO DI FUCECCHIO.
Il giorno 11 giugno 1983, alle ore 18, venne inaugurata una sezione archeologica, a percorso, installata nella retrostanza della sala museale.
Nel percorso della sezione archeologica furono sistemati reperti preistorici, romani, medioevali e rinascimentali.
Animatori e realizzatori della sezione archeologica furono:
- l’architetto Lisandro Chiari;
- lo storico dott. Alberto Malvolti;
- l’archeologo Andrea Vanni Desideri.
Il Museo è stato smantellato nel 1989. Tutti i “pezzi” vennero depositati del Monastero di S. Salvatore.
IL MUSEO CIVICO DI FUCECCHIO (vedi Appendice)
1972 - Comprensorio del cuoio e della calzatura
Il Comprensorio venne istituito dalla Regione Toscana nel marzo 1972 ed entrò in funzione l’11 dicembre dello stesso anno.
Con questo organismo si tentava di orientare lo sviluppo economico verso l’integrazione dei sei Comuni che ne facevano parte in una unità territoriale di livello superiore.
I 6 comuni del Comprensorio del cuoio e della calzatura erano: Fucecchio, S. Croce sull’Arno, Castelfranco di Sotto, S. Maria a Monte, Montopoli, S. Miniato
Tramite questa nuova entità territoriale, ponte tra comune, provincia e regione, era stata intravista una chiave per la soluzione di questi problemi:
- riequilibrio del territorio
- decentramento amministrativo
- efficiente organizzazione dei servizi
La superficie del Comprensorio era pari a 300 chilometri quadrati.
La popolazione assommava ad 82.000 unità così suddivise:
- operai 31.116
- scolari 12.326
- inattivi 38.596
Le AZIENDE operanti nel territorio, nel 1978, erano 10.318 così suddivise:
- aziende industriali 2.919 con 18.700 operai
- aziende agricole 5.226 con 8.254 occupati
- az. commerciali 2.173 con 4.122 occupati
L’ORDINAMENTO del Comprensorio prevedeva:
- l’Assemblea formata da 50 consiglieri dei sei Comuni
- il Comitato esecutivo formato da 8 persone
- l’Ufficio di Presidenza formato dal Presidente e da 3 vicepresidenti
Il primo Presidente del Comprensorio fu il fucecchiese Ivano Pellegrini.
L’ultimo, nel 1978, fu Bianco Bianchi di Montopoli.
Con la Legge N. 37 del 19 agosto 1979 il Comprensorio venne convertito in Associazione Intercomunale.
1972 - Checchi Arturo pittore (1886-1972)
Il pittore Arturo Checchi è nato a Fucecchio il 29 settembre 1886.
La sua notevole attitudine al disegno e alla pittura fu scoperta dal suo insegnante di disegno, il professor Torello Bandinelli.
Arturo frequentava la Scuola Professionale di Fucecchio.
Stimolato dal suo insegnante, l’allievo prodigioso, all’età di dodici anni, riprodusse a china e a lapis tutti i quadri d’autore che gli venivano forniti, sotto forma di stampe, dal prof. Bandinelli.
Superato brillantemente l’esame di ammissione, il Checchi frequentò con successo l’Accademia di Belle Arti di Firenze.
A 39 anni diventò insegnante accademico.
Dal 1925 al 1938 insegnò all’Accademia di Perugia.
Dal 1938 al 1946 insegnò all’Accademia di Brera a Milano.
Dal 1946 al 1961 insegnò all’Accademia di Belle Arti a Firenze.
La sua attività di insegnante d’Accademia non gli precluse la possibilità di dipingere, di disegnare, di scolpire e di incidere.
Alcune sue opere si trovano nei maggiori musei del mondo.
Scontroso e riservato, ma burlone e cordiale, rifuggiva da ogni elogio e negava validità al clamore delle trombe della fama e degli orpelli della celebrità.
Toscano fino la midollo delle ossa, amò il suo paese nativo con commossa tenerezza. (Egisto Lotti avvocato)
A riprova di questo suo grande amore per Fucecchio, Arturo Checchi ha lasciato al popolo fucecchiese 15 quadri e due sculture in bronzo destinate alla Pinacoteca A. Checchi che verrà allestita nell’ex Palazzo Corsini.
Nel suo libro più conosciuto, LA MIA LUNGA GIOVINEZZA, il grande pittore fucecchiese ha messo in luce anche la sua grande abilità nell’uso della penna.
Arturo Checchi si è spento a Perugia, di venerdì, il 24 dicembre 1972.
Ha lasciato la moglie Zena Fettucciari.
Sulla facciata della casa natale, nella omonima via, è stata collocata una lapide di pietra con questa epigrafe;