Il periodo 1944-1946 fu il periodo della ricostruzione punteggiata da una epidemia di tifo che coincise con il ritorno della popolazione nel capoluogo e da disgrazie (morti, mutilazioni, ferite gravissime) determinate da residui bellici inesplosi.
Non fu agevole il ripristino dei servizi pubblici (acquedotto, energia elettrica, pulizia delle strade, scuole pubbliche, ospedale).
Celere fu invece la riparazione delle centinaia di appartamenti che erano stati colpiti dalle cannonate; più lenta fu la ricostruzione ex novo delle case andate completamente distrutte dalle mine fatte brillare dai soldati tedeschi.
Il riassetto delle strade e dei ponti fu molto approssimativo.
L’attraversamento dell’Arno venne effettuato per sei anni tramite un traghetto.
I primi anni del dopoguerra furono abbastanza turbolenti: i rossi infierirono sugli ex neri e si accaparrarono quasi tutti i posti di comando e di lavoro.
1944 - Dopoguerra e ricostruzione
Fucecchio venne liberata dagli Alleati il 1° settembre 1944.
Il 2 settembre 1944, il giorno successivo all’arrivo delle truppe alleate, il Comitato di Liberazione di Fucecchio nominò sindaco di Fucecchio il signor Angiolo Cecconi che aveva già ricoperto questa carica, per circa cinque mesi, fra il 1920 ed il 1921. Le violenze fasciste lo avevano costretto, nel ‘21, alla fuga.
Il sindaco Angiolo Cecconi fu coadiuvato dagli assessori Guido Morelli, Piero Malvolti, Duilio Cicalini, Guido Toncelli, Giuseppe Cambi ed Egisto Lotti che, in quel settembre ‘44, era sempre prigioniero dei soldati tedeschi in Emilia.
Come erano le condizioni del paese?
Riproduciamo la parte iniziale della relazione che il sindaco Cecconi lesse al termine del suo primo mandato.
“Al momento del mio insediamento le condizioni del paese erano le seguenti:
- macerie per tutte le strade
- case diroccate o distrutte totalmente
- mancanza assoluta di viveri, di soccorsi sanitari, di acqua potabile, inutilizzazione dei mulini
- gran parte della popolazione rimasta senza tetto e con la più grave difficoltà di poterselo procurare
- assenza assoluta di illuminazione pubblica, di legna, di carbone o di altro combustibile
A tutto ciò si aggiunga che infuriava nel paese una preoccupante epidemia di tifo che aveva già mietuto diverse vittime fra la cittadinanza.
Il paese, in conseguenza della rottura del ponte sull’Arno, era completamente isolato dalle principali vie di accesso al capoluogo di provincia (Firenze) e alle vicine città.
Dalla parte del Padule, in seguito alla distruzione dei ponti sui canali collettori, la zona principale del comune era del tutto isolata dal capoluogo non esclusa la popolata frazione di Ponte a Cappiano che pure lamentava l’interruzione del suo ponte sull’Usciana.
In quanto ai mezzi finanziari per risolvere i grandi problemi che si presentavano, nessun fondo esisteva nella Tesoreria comunale. Avevamo avuto, inoltre, una eredità passiva del cessato regime fascista di circa un milioneduecentomila lire.”
In 16 mesi l’Amministrazione guidata da Angiolo Cecconi riuscì ad avviare a soluzione tutti i problemi elencati nella relazione.
Il ponte sull’Arno, che venne riaperto alla fine del 1949, fu surrogato da un capiente traghetto.
I ponti del Padule e gli altri ponticelli vennero sostituiti con passerelle di legno e successivamente con ponti in muratura.
L’ospedale fu rimesso in funzione grazie agli aiuti del Governatore degli Alleati (gli ex nemici anglo-americani).
Vennero anche ripristinati i servizi di prim’ordine: acquedotto, elettricità, pulizia, illuminazione pubblica, scuola.
Fu un vero miracolo.
Dopo 16 mesi di intensa attività si poteva dire che la ricostruzione del paese era terminata.
1945 - Squadre di calcio: la VIGOR del dopoguerra
Le ferite della guerra non si erano ancora rimarginate. Molte case del paese erano ancora diroccate. Eppure un gruppo di sportivi locali riuscì a regalare ai fucecchiesi un breve ma esaltante periodo di attività calcistica, forse il più bello in senso assoluto.
Giulio Moriani, Leandro ( per gli amici, Renzo) Mengozzi, Vittorio Canovai, Giulio De Pasquale, Adrio Briganti, Alfeo Galgani, Orlando Lotti, Fiore Costagli, Libero Seghieri e Giustino Giustini iscrissero la rinata Vigor ad un Campionato misto che prevedeva la disputa di 8 partite.
La squadra venne affidata all’allenatore Indro Cenci la cui brillante carriera calcistica era stata troncata da un grave infortunio che lo aveva menomato dell’uso di una gamba e di un braccio.
Furono acquistati giocatori di grande valore, all’epoca disoccupati, quali Bertoni, ex campione olimpico e titolare della Nazionale; Assirelli del Livorno; Bonaccorsi (Foffo); Tossio dell’Alessandria; Cioni della Ternana; Peri e Guerrieri I della Lucchese; Donati della Pro Vercelli. Quattro furono i giocatori fucecchiesi inclusi nella rosa dei titolari: Umberto Galli, Riccardo Del Gronchio, Giannoni(Massarella) e Guerrieri II detto Masetto.
Presero parte a questo Campionato misto le squadre del Montecatini, del S. Croce, del Castelfranco e del Ponte a Egola.
La Vigor non riportò neppure una sconfitta: vinse cinque incontri e ne pareggiò tre. Segnò 16 reti e ne subì una soltanto. Il Campionato misto venne vinto dal S. Croce.
Al termine di questo campionato tutti i giocatori, dato che la guerra era finita (25 aprile 1945), rientrarono alle loro sedi. Il gruppo dirigenziale della risorta Vigor si sciolse per evitare inopportune contaminazioni partitiche. Il grande calcio, a Fucecchio, era finito.
1945-1946 Squadre di calcio: l’A.C. Fucecchiese
Fucecchio, nella stagione calcistica 1945-1946, prese parte al campionato di I Divisione con il nome di A.C. Fucecchiese. I nuovi dirigenti affidarono la squadra, nella quale trovarono posto di titolari molti giocatori fucecchiesi, al concittadino Spartaco Cenci. Questi i tesserati fucecchiesi:
- il portiere Montanelli Bruno, Caleo, detto anche Leprottino;
- il terzino Menicucci Arrigo detto Collolungo o semplicemente Collo;
- il terzino Bernardi Dino e il difensore Spartaco Donati;
- il jolly Nevio Lotti;
- le mezze ali Galli Umberto e Lido Cheli;
- i mediani Nazzi e Moriani Remo;
- gli attaccanti Papini, Mannini (Schitte), Bricoli, Sgherri Ascanio, Vivaldi.
Ai giocatori fucecchiesi vennero affiancati gli acquisti Tre Re, Regutini, Ricci, Marconcini, Ancillotti.
L’A.C. Fucecchiese conquistò, al termine del Campionato, il terzo posto. L’ottima posizione in classifica, il brillante passato sportivo della società fucecchiese e la magistrale penna del nostro corrispondente sportivo, il rag. Olinto Bagnoli (Olintino), indussero la Lega Calcio ad inserire la nostra squadra nel Campionato regionale di Serie C.
1946 – Consiglio comunale eletto all’opera
Il 6 marzo 1946 si svolsero le prime elezioni amministrative che dettero il seguente risultato:
Blocco della ricostruzione (comunisti e socialisti) voti 5.278
Democristiani voti 1.755
Liberali voti 418
Il 6 aprile 1946 si insediò il primo Consiglio Comunale liberamente eletto. La carica di sindaco venne affidata al socialista Angiolo Cecconi.
I socialcomunisti rinnovarono immediatamente i consigli di amministrazione dell’Ospedale e del ricovero di mendicità che vennero affidati ad esponenti del loro partito: Morelli Guido, Carlo Vitolo, Duilio Cicalini, Paolo Benvenuti, Piero Soldaini.
Il 2 giugno 1946 si svolsero le votazioni, a suffragio universale, per il Referendum istituzionale (Monarchia o Repubblica) e per la elezione dei membri dell’Assemblea Costituente.
I fucecchiesi scelsero a larga maggioranza la Repubblica.
Per la elezione dei membri della costituente queste furono le scelte partitiche nel nostro Comune:
PCI 40,6 %
DC 26,9 %
PSI 23,5 %
Uomo Qualunque 3,4 %
PRI 0,9 %
altri partiti 2,9 %
Il Partito Comunista Italiano diventò la calamita non solo della classe operaia, ma anche dei contadini che in massa si spostarono dal PSI al PCI.
Naturalmente il PCI, calando il sipario sulla situazione dei contadini della paradisiaca URSS (Russia) seppero far leva sul malcontento degli agricoltori del nostro Comune il cui status traspare chiaramente da alcuni dati di un censimento effettuato nelle nostre campagne: