Questi furono i Signori medicei che, in alternativa ai due periodi repubblicani, si succedettero in questo periodo:
Cosimo dei Medici 1434-1464
Piero dei Medici, il Gottoso 1464-1469
Lorenzo dei Medici, il Magnifico 1469-1492
Piero dei Medici 1492-1494
Repubblica Fiorentina
al tempo del Savonarola 1494-1512
3 Signori medicei 1512-1527
Repubblica Fiorentina
governata da gonfalonieri 1527-1530
La Signoria di fatto dei Medici conservò tutte le forme esteriori della Repubblica (uno stato cittadino), ma ottenne dal popolo la balìa degli squittini, cioè il potere di rivedere i nomi dei candidati agli uffici del Comune in modo da assicurare il governo ai propri partigiani.
La Signoria Medicea riuscì ad evitare il predominio di Milano e di Venezia nell’Italia ed a consolidare il dominio di Firenze nella Toscana. Inoltre, dopo la Pace di Lodi, grazie all’opera sagace di Lorenzo il Magnifico, riuscì ad assicurare per quaranta anni la pace a tutta l’Italia (1454-1494).
Firenze, per merito soprattutto di Cosimo e di Lorenzo dei Medici, divenne la culla dell’Umanesimo e del Rinascimento, un fenomeno culturale ed artistico che si estese a tutta l’Europa.
La scoperta dell’America, il Rinascimento e la Riforma protestante passarono inosservate a Fucecchio. I poveri fucecchiesi si resero conto soltanto dei gravi disagi prodotti dalla riduzione del Padule a Lago e dalle guerre di predominio innescate dalla Francia e dalla Spagna che si volevano impadronire dei ricchi stati presenti in Italia .
Il passaggio delle soldatesche francesi e spagnole provocarono distruzioni di raccolti nelle campagne, depauperamento dei boschi delle Cerbaie ed immiserimento della popolazione strangolate dalle imposte per ripianare i dissanguamenti delle Casse comunali.
1435 - Lago Nuovo
La Signoria di Firenze, dopo aver fatto chiudere nel 1430 la Gusciana e il passo del Ponte di Cappiano mediante un fortilizio, avendo bisogno di una maggiore quantità di pesce, in data 4 marzo 1435 nominò 5 Ufficiali con l’incarico di realizzare un LAGO in prossimità di Cappiano.
I cinque Ufficiali fecero innalzare un argine alto due braccia lungo la Gusciana e fecero scavare un fosso accanto all’argine. Fecero inoltre costruire sopra la pescaia del ponte una SEGHERIA, azionata dalla forza dell’acqua, per preparare assi e tronchi destinati alla costruzione di imbarcazioni. Fecero infine innalzare le calle.
L’innalzamento delle calle diede origine al Lago che venne denominato Lago Nuovo.
Il Lago Nuovo cancellò molti terreni coltivati.
Le popolazioni delle zone limitrofe al Lago Nuovo protestarono e reclamarono l’abbassamento della pescaia.
Il Governo di Firenze fece abbassare di un braccio e mezzo la pescaia di Ponte a Cappiano.
Il 14 giugno 1451 il Governo di Firenze nominò un procuratore per agire sia contro i Maestri del Lago Nuovo sia contro gli Uffiziali delle carni e dei pesci che avevano privato i fucecchiesi del diritto di pesca a Ponte a Cappiano.
Il 3 luglio 1459, Firenze, dirimette con un LODO (provvedimento) la vertenza tra Fucecchio e Larciano circa l’appartenenza di alcuni terreni contigui al Lago Nuovo.
Il 23 aprile 1471 i 10 Ufficiali dell’Entrata, di Firenze, ordinarono di alzare di nuovo la pescaia di Ponte a Cappiano allo stesso livello del 1435 per rendere più pescoso il Lago Nuovo.
Il 19 agosto 1471, a quattro mesi di distanza dal provvedimento dei 10 Ufficiali, per placare le proteste delle popolazioni rivierasche, Firenze fece riabbassare la pescaia.
1445 - I Galleni Ferano
Nel 1445 un discendente di Orlandino, Ferano junior, trovandosi in difficoltà economiche, chiese ed ottenne dal Comune di Fucecchio l’affitto del Galleno, antico castello nato sulla Via Francigena.
In quel lontano 1445, il castello di Galleno risultava abbandonato e infestato da briganti e fiere a causa delle distruzioni belliche e delle epidemie pestilenziali che lo avevano colpito fra il 1300 e il 1350 e che avevano indotto all’esodo i pochi superstiti.
Il Comune di Fucecchio accordò l’affitto richiesto purché Ferano junior rispettasse queste tre condizioni:
1- nell’ex castello doveva essere costruita un’OSTERIA;
2- i terreni circostanti al castello dovevano essere dissodati;
3- il territorio doveva essere bonificato dai BRIGANTI e dalle FIERE.
Il lavoro di Ferano junior, pericoloso e difficile, fu coronato dal successo.
Attorno all’osteria cominciò a rinascere il BORGO. E l’acquisto di quel castello di passo, quale è il Galleno, si dimostrò un ottimo affare per la famiglia Orlandini.
A partire dal 1500 gli Orlandini assunsero il nome Galleni derivante appunto da Galleno.
Il figlio di Ferano iunior, Luca, accrebbe la casa, costruì nuovi annessi per l’Osteria e cominciò a pensare anche alla edificazione di una nuova CHIESA.
L’autorizzazione per la edificazione della chiesa da parte del vescovo di Lucca giunse soltanto nel 1519 quando Luca era già morto.
Il figlio di Luca, Piero, continuò la politica di acquisti di beni immobili e di ingrandimento del castello.
La chiesa venne completata soltanto nel 1604 e fu dedicata a S. Antonio Abate.
I Galleni intrapresero anche un’abile strategia matrimoniale che consentì loro di legarsi con le migliori famiglie fucecchiesi e con importanti casati dei paesi vicini.
Nel 1563 la famiglia Galleni si divise in due rami.
Maggior fortuna ebbe quella del ramo di Giovanni di Piero che mantenne intero l’affitto di Galleno ed acquistò nel 1570 un Palazzo nella contrada S. Andrea che si intitolò al suo casato.
E proprio in questa contrada Giovanni Galleni fece costruire nel 1685 l’Oratorio dedicato a S. Antonio da Padova, presso la Porta Valdarnese.
Anche il ramo di Giovanni di Piero subì una divisione: i figli di Giovanni , il fondatore dell’Oratorio di S. Antonio, e cioè Valerio e Anton Ferano, si trasferirono a Pisa.
Valerio diventò professore all’Università; Anton Ferano diventò cancelliere.
Nel 1711 i fratelli Galleni ottennero l’ambita cittadinanza di Pisa e riuscirono ad ottenere anche i gradi della nobiltà.
Di questi due fratelli, a Fucecchio, rimase soltanto lo stemma dentro il loro palazzo di via Castruccio che in epoca successiva venne acquistato dalla famiglia Comparini che da sempre aveva amministrato i beni dei Galleni nel nostro Comune.
1466 - Maestri di scuola nel Medioevo
Il nostro Comune fin dagli ultimi decenni del 1330 gestì per tutta la durata del Medioevo una scuola pubblica per soli maschietti, corrispondente ad una scuola elementare. Veniva assunto un solo maestro, preferibilmente forestiero e appartenente ad un ordine ecclesiastico.
Il 17 aprile 1466 venne proposto come maestro e precettore dei ragazzi del nostro comune frate Matteo Beccalori di Fucecchio dell’Ordine di S. Francesco. Venne presentato con referenze considerevoli: uomo dottissimo, buono, onesto e discreto.
I nostri Consiglieri che avevano sempre privilegiato maestri di scuola forestieri, quasi tutti preti o frati, questa volta elessero per un anno il fucecchiese padre Matteo. Gli venne corrisposto il salario annuo di 50 lire.
Frate Matteo dovette far scuola in una sala del Convento di S. Salvatore e prendere in affitto una casa a sue spese.
La consuetudine di eleggere un maestro di scuola per un anno risaliva ormai agli ultimi decenni del 1300.
Molti maestri per la Scuola di Fucecchio provenivano da Genova, Ancona, Siena e da altre località più vicine.
1471 - Lago Nuovo: provvedimenti drastici
Il Lago Nuovo era pescoso, ma gli appetiti dei pescatori erano insaziabili.
I pescatori indigeni erano pochissimi a causa dell’esodo che si era verificato in queste zone verso il 1350. Quasi tutti i pescatori del Lago Nuovo erano degli immigrati.
Fra i pescatori si formarono due partiti:
- Uno voleva pescare ininterrottamente per tutto l’anno;
- L’altro sosteneva che, almeno d’estate, la pesca venisse interrotta per consentire il ripopolamento delle acque.
Poiché le liti si facevano troppo frequenti, la Signoria di Firenze, nel 1471, intervenne pesantemente con tre provvedimenti:
1- venne proibita la pesca dal 1° maggio al 30 settembre;
2- venne insediato un Provveditore nella casa fatta costruire a Stabbia sulla sponda del Lago Nuovo;
3- su tutto il pesce pescato e venduto si doveva pagare una bolletta pari al 5%. I pescatori o i pescivendoli che non erano muniti di questa bolletta venivano puniti severamente.
1472 - Le entrate del Comune
Le Entrate complessive del Comune di Fucecchio nel 1472 ammontarono a lire 2.799.
Le entrate più cospicue sono rappresentate da queste due voci:
- mulino = 1.035 lire
- Cerbaie = 768 lire
1476 - Raccomandazioni
Il signor Michelangelo Tanagli voleva entrare in possesso di un pezzo di terreno posto sul Poggio di Cappiano. Il terreno desiderato dal Tanagli apparteneva al Comune. E il Comune, due anni prima, con atto notarile del 27 marzo 1474, aveva dato quel pezzo di terra in affitto perpetuo al fabbro Antonio di Pavolo.
Il Tanagli, che in fatto di appoggi e raccomandazioni doveva avere alle spalle una grande esperienza, non si perdette d’animo e, sicuro del fatto suo, si rivolse a Lorenzo de’ Medici.
Lorenzo de’ Medici spedì una missiva di raccomandazione al Comune di Fucecchio. I nostri amministratori, non solo accolsero la sua richiesta, ma gli vollero scrivere anche una lettera traboccante di piaggeria. Dopo aver notificato il legal diritto del fabbro cappianese Antonio di Pavolo, così recita:
“ Nondimeno per lo interesse del Comune nostro siamo contenti liberamente rimetterla (quella porzione di terra) in Vostre mani che ne facci quello è di suo piacere ed in questo e in qualunque cosa, in Comunità ed in specialità ci troverete sempre parati ad ogni suo piacere allo quale istassimamente ci raccomandiamo.
Lo quale Iddio conservi in suo felice e buono stato.
Dato in Castro Fucecchio die 14 maggio 1476
1493 - Quadro commissionato dalla Compagnia della Vergine
La Compagnia della Vergine della Terra di Fucecchio commissionò al pittore fiorentino Francesco di Giovanni di Domenico una quadro raffigurante la Madonna col Bambino in braccio al centro, S. Benedetto e S. Francesco sul lato sinistro, S. Silvestro e S. Antonio sul lato destro e due angeli di sopra.
Il prezzo convenuto fu di 80 fiorini d’oro.
Tale tela, erroneamente attribuita alla scuola del Ghirlandaio, fu venduta nel 1800 al Toscanelli di Pisa.
1495 - Pala del Botticini Francesco
Nel 1495 la Compagnia della Madonna della Croce commissionò al pittore fiorentino Francesco Botticini una pala con la Vergine e 4 Santi per collocarla sull’altare della sua cappella addossata al lato sinistro della chiesa di S. Salvatore.
Al legnaiolo fucecchiese Lorenzo di Bartolo venne affidato l’incarico di preparare la tavola che venne poi consegnata al Botticini, a Firenze.
Il dipinto venne a costare 80 fiorini d’oro, pagati ratealmente e quasi tutti in natura (grano). Il contratto fu preparato da Pavolo da Fucecchio.
Il quadro è stilisticamente avvicinabile al Botticelli, al Verrocchio e a Filippo Lippi.
Nel 1783 la Compagnia della Madonna della Croce fu soppressa e i suoi beni, tra cui la pala del Botticini, furono assegnati al Capitolo della Collegiata.
Nel 1856 il Capitolo della Collegiata decise di vendere la pala del Botticini a causa del suo decadimento estetico. Il dipinto fu acquistato dal collezionista pisano Giuseppe Toscanelli. Da Pisa la pala del Botticini, restaurata, è finita al Metropolitan Museum di New York.
Nel 1996, grazie ai buoni uffici dell’architetto Kim Pacini, una copia fotografica a colori della pala del Botticini, su legno, è appesa alla parete destra della ex Cappella della Madonna della Croce sul Poggio Salamartano.
1500 - Massarella: Porto dello Stillo
Nell’area palustre di Massarella ci sono numerosissimi PORTI cioè delle zone di attracco per imbarcazioni lacustri: barconi (navi), barche e barchini. Ogni porto ha un nome: porto di Guido, porto di Salanova...
Quello che presenta la denominazione più caratteristica è il Porto dello Stillo.
Nelle adiacenze di questo porto, anonimo, nel 1500 la famiglia dei Medici, proprietaria di una fattoria, vi aveva fatto costruire una distilleria. Questa distilleria produceva, distillandola, - da qui il nome Stillo - l’acquavite.
L’acquavite o grappa è liquore di 50°-70° ottenuto dalla distillazione del vino o delle vinacce.
La distilleria cessò la propria attività con l’avvento dei granduchi lorenesi. Essi, infatti, pochi anni prima del 1800 vendettero tutte le fattorie granducali e quindi anche quella in cui si trovava la distilleria.